Argomenti trattati
Il mito dell’uomo virile italiano sembra più vivo che mai. Eppure, o forse proprio per questo, i nostri connazionali non sono poi così sicuri della propria mascolinità. Ecco perché sono in continuo aumento le richieste di allungamento del pene. Anche e soprattutto fra i più giovani. Lo hanno ribadito gli esperti nel corso di un incontro che si è tenuto recentemente dal titolo la “Salute sessuale maschile: La nuova chirurgia mininvasiva e correttiva”.
Richieste in crescita
Secondo i dati aggiornati, solo nel 2014 il numero degli uomini che hanno chiesto a uno specialista di poter allungare il proprio pene è cresciuto di oltre il 20%. A differenza di quanto si potrebbe pensare in apparenza a non essere contenti delle proprie misure non sono solo i maschi di una certa età, ma anche quelli più giovani: la maggior parte dei potenziali clienti è rappresentata da giovani di età compresa fra i 18 e i 35 anni, con una preparazione culturale medio-alta.
La sindrome dello spogliatoio
Ma per quali ragioni si sta registrando questo boom? A spingere gli uomini a richiedere un allungamento del pene possono essere tanti fattori diversi. C’è chi è soggetto alla cosiddetta “sindrome dello spogliatoio”, teme cioè il confronto con i propri compagni di scuola o di sport.
Voglia di ravvivare la routine
Altri, invece, sperano che con questa mossa potranno ravvivare un rapporto di coppia un po’ in crisi o migliorare le proprie performance sessuali. C’è, poi, chi crede che così facendo potrà superare difficoltà legate a determinate malattie. Quel che è certo è che quello del pene piccolo è spesso un falso problema, più legato a motivazioni psicologiche che a fatti reali.
Può creare disagio
Nonostante tutto, però, in alcuni uomini il disagio può essere molto importante, tanto da divenire fonte di depressione. In questi casi e nelle situazioni di reale necessità si può intervenire, superando eventuali freni dovuti a pudore e timore.
Si interviene così
In che modo si può risolvere la situazione? Lo spiega Giovanni Alei, direttore del Centro di chirurgia genitale maschile del Policlinico Umberto I di Roma e presidente della Società Italiana di Chirurgia Genitale Maschile (Sicgem): “Viene adottata la metodica che prevede l’inserimento di un distanziatore in silicone fra pube e base del pene, che ben si adatta alle caratteristiche anatomiche del paziente. Per l’ingrandimento, il problema riscontrato nelle tecniche tradizionali è legato al grasso utilizzato. I pazienti in questo caso avvertono la sensazione di avere una sorta di strato di gommapiuma, tra la cute e i corpi cavernosi. Al Policlinico si è cominciato a usare invece il derma umano e suino liofilizzati ottenendo ottimi risultati”.