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I casi di sifilide in Italia sono in aumento. L’infezione è ri-esplosa in Italia in modo impressionante e nonostante sia considerata dalla maggior parte delle persone una malattia “antica” e che quindi non fa più paura.
Sifilide e Aids
I casi di sifilide in Italia sono correlati al dato dei nuovi positivi all’Hiv, proprio perché ammalarsi di questa infezione sessualmente trasmissibile aumenta di molto il rischio di contrarre l’Hiv. In generale, nell’intervallo di tempo trascorso dall’inizio degli anni Novanta a oggi, si contano 98 mila persone colpite da infezioni sessualmente trasmesse. Tra queste, 16.000 hanno contratto la sifilide. Tra le 16 mila, infine, sono ben 5 mila coloro risultati positivi all’Hiv.
Relazioni pericolose
Uno studio dell’Istituto San Gallicano di Roma, durato 25 anni e pubblicato recentemente, ha dimostrato che la sifilide è un “moltiplicatore” di rischio per l’Hiv: aumenta di 7 volte il rischio di contrarre il virus, causa di Aids. L’indagine, condotta dal dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità insieme all’Istituto dermovenereologia San Gallicano (pubblicato su Eurosurveillance), ha analizzato il rischio di contrarre l’Hiv lungo un periodo campione di 25 anni in rapporto a un campione di 1.862 uomini omosessuali. I risultati hanno evidenziato che, tra gli anni 2001 e 2009, l’Hiv sia aumentato molto. I più contagiati sono stati i più giovani, con un’incidenza significativa tra chi aveva contratto anche la sifilide precedentemente.
Rapporti sessuali protetti
I risultati di questi studi di infettivologia hanno, quindi, evidenziato l’esistenza di veri e propri acceleratori epidemici per l’Hiv. Tra questi, la sifilide risulta il più eclatante e, considerando l’aumento dei casi di sifilide in Italia, si può parlare di emergenza. Per risolvere a monte l’epidemia e prevenire nuovi casi di infezione, è sufficiente usare il preservativo a ogni rapporto sessuale. Infatti, dopo il boom tra gli anni ’80 e ’90, sembrava che la “questione protezione” fosse ormai quasi risolta. Invece, nonostante le informazioni capillari attraverso i mass media, nelle scuole e negli ospedali, sono ancora molti coloro che “bypassano” la protezione e rischiano di contrarre ogni tipologia di malattia sessualmente trasmissibile, dando quindi il via a epidemie incontrollabili.