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Uno studio, condotto da sei ricercatori dell’Università di Harvard, ha evidenziato l’effetto benefico dell’eiaculazione nella prevenzione del carcinoma della prostata.
I risultati della ricerca
È quanto emerso da uno studio durato diciotto anni, dal 1992 al 2010, e condotto su 31.925 uomini. Negli anni 3.839 persone si sono ammalate di un tumore alla prostata, rivelatosi poi letale in 384 casi. La ricerca è stata presentata durante il congresso annuale della Società americana di urologia. Tra analisi, controlli e visite periodiche, gli uomini sono stati interpellati anche sulle loro abitudini quotidiane, sesso incluso.
Analizzati 3 periodi della vita
All’inizio dello studio tutti, infatti, i soggetti coinvolti erano stati invitati a compilare un questionario, in cui indicare la frequenza media mensile delle eiaculazioni registrate in tre periodi della vita: tra i 20 e i 29 anni, tra i 40 e i 49 anni e nei dodici mesi precedenti l’avvio della ricerca. Il rischio di ammalarsi di tumore alla prostata è risultato più basso del 20% tra gli uomini che eiaculavano con «alta frequenza» (circa 21 volte al mese). Anche l’età è risultata importante: eiaculare frequentemente dopo i 40 anni sembra diminuire del 22% il rischio di un tumore alla prostata.
Più astinenza = più infezioni
Ma perché fare sesso con regolarità promuoverebbe la salute della ghiandola dell’apparato genitale maschile? Frequenti eiaculazioni, secondo l’ipotesi più accreditata all’interno della comunità scientifica, ridurrebbero la concentrazione di sostanze potenzialmente dannose e cancerogene presenti nel fluido prostatico. Al contrario, l’astinenza prolungata sarebbe responsabile del «ristagno» delle secrezioni nell’organo: da qui un rischio più alto di infezioni, considerate un terreno fertile per l’alterazione dei meccanismi di replicazione alla base della neoplasia.
Pareri discordanti
Partendo dai dati e incrociandoli con i riscontri epidemiologici ottenuti nel corso dell’osservazione, i ricercatori hanno potuto ottenere quelle che hanno definito “le prove più forti a sostegno del ruolo preventivo che l’eiaculazione gioca nei confronti del tumore alla prostate”. Ma altri ricercatori non credono a questi facili entusiasmi. È vero che il rischio di ammalarsi è risultato più basso del 20% tra gli uomini che eiaculavano per lo meno 21 volte al mese, ma lo stesso risultato si è avuto anche per uomini che avevano avuto un minor numero di rapporti sessuali.