Argomenti trattati
Anche i neopapà soffrono di depressione post parto e il rischio è praticamente lo stesso delle mamme. Lo afferma uno studio pubblicato da Jama Pediatrics della Indiana University, secondo cui anche loro dovrebbero ricevere screening per questo problema. I ricercatori hanno esaminato i dati degli screening sulla depressione fatti durante oltre 9500 visite in cliniche pediatriche, da cui è emerso che il 4,4% dei padri erano positivi per il problema, mentre tra le mamme la percentuale saliva al 5%.
L’ansia per l’arrivo del bambino
Un’altra conferma su questo tipo di depressione maschile si era già avuta con l’analisi di 43 studi condotta da un team di ricercatori dell’Università di Canberra e pubblicata sul Journal of Affective Disorders. Gli studiosi hanno notato che l’ansia per l’arrivo di un nuovo bambino è comune (colpisce circa un uomo su dieci) esattamente quanto la depressione post-partum che può colpire le loro compagne (novantamila soltanto in Italia), ma con rischi più alti. La ricca indagine ha rivelato anche precisi sintomi fisici del disagio psicologico: eccessiva sudorazione, scarso riposo notturno, appetito quasi nullo. Inoltre, spesso si osservano alcune modificazioni ormonali: il cortisolo e la prolattina risultano più alti del normale, a differenza del testosterone, il cui calo è propedeutico allo sviluppo del senso di accudimento. Aumento di peso e stress sono i primi segni visibili di una condizione psicologica di disagio.
Un problema sottovalutato
La nascita di un figlio è una fase delicatissima anche nella vita di un uomo che può sentirsi escluso dallo stretto rapporto tra mamma e bambino, impacciato nell’accudirlo, ma anche del tutto impreparato di fronte al nuovo carico e al cambio di vita che questo comporta e la trasformazione dei tempi e delle priorità. Quando tutto questo si innesta su una fragilità di fondo persistente, magari in periodo di difficoltà economica, o su precedenti problemi di salute mentale, può trasformarsi in una vera e propria depressione anche per lui. Il problema può aggravarsi perché spesso gli uomini non cercano aiuto e sottovalutano il problema. Parlare del problema, invece, non deve fare paura, perché è proprio questo l’inizio che avvicina alla soluzione. La condizione è del tutto reversibile. I medici spesso consigliano la terapia di gruppo, che aiuta a condividere l’esperienza della paternità, rendendosi conto di non essere così inadeguati al ruolo.