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Quando si affronta l’argomento maternità e bebè, si mette al centro dell’attenzione la coppia mamma-bambino. E giustamente, considerato il ruolo fondamentale svolto dalla neomamma nei momenti di gravidanza, parto e allattamento. Ma vi è un’altra figura, importante, che tende spesso a essere sminuita rispetto alla difficoltà del suo ruolo, ovvero il papà. Diventare padre, infatti, è un’emozione grandissima e un momento in cui si concentrano dubbi e grandi dilemmi rispetto al miglior modo di interagire con il bebè.
Diversi atteggiamenti
Il papà è, dunque, una figura dalle sfaccettature davvero molteplici: esistono gli uomini con la vocazione da “mammo”, quelli che non riescono nemmeno a tenere in braccio il bambino perché hanno paura di fargli male, i papà spaesati e i padri che non sentono (o credono di non sentire) l’istinto cosiddetto paterno. Ciò che più è importante è che questi ruoli sono assolutamente vacanti, o meglio, tendono a cambiare con il tempo, le esperienze e le emozioni accumulate e provate durante la crescita del bebè.
Consigli utili per futuri papà
Come relazionarsi con il proprio figlio è qualcosa che, sfortunatamente o fortunatamente, non si può insegnare. Però, è possibile sfruttare qualche prezioso consiglio per rendere i primi tempi da neopapà più semplici da vivere e gestire. E per iniziare, sin dalla gravidanza, a conoscersi reciprocamente.
– Parlare con il pancione. La gravidanza può essere anche per il papà il momento giusto per iniziare a stabilire una relazione verbale con il proprio bebè, attraverso filastrocche, racconti o canzoncine. Da cantare e racontare proprio al pancione.
– Senza fretta e complici della mamma. I primi mesi il neonato è un tutt’uno con la mamma ed è normale, naturale, che sia così. L’allattamento, la gravidanza, il profumo materno…tutto concorre affinché il legame bebè-neomamma sia sempre più forte. In questo quadretto, il neopapà non deve avere fretta e, soprattutto, non deve sentirsi escluso ma partecipare in modo complice alla vita familiare, fino a che non si stabilisca un nuovo equilibrio.
– Importanza del contatto pelle a pelle. Uno dei mezzi di conoscenza tra bebè e genitori è quello sensoriale, tattile. La pelle del neonato è, infatti, un dolcissimo mezzo per entrare a contatto con le sue emozioni, rendendosi “familiare” e conquistando la sua fiducia. Dunque, se il contatto pelle a pelle con la mamma è privilegiato e già “designato”, si può incentivare anche quello con il papà (molto benefico per il benessere del piccolo e il suo sviluppo emotivo-cognitivo). Quindi, non appena è possibile, si consiglia al papà di appoggiare sul torace nudo il neonato. In questo modo il bebè potrà ascoltare il battito del cuore del papà e il suo respiro, iniziando a conoscerlo e a costruire una fiducia dall’effetto tranquillizzante
– Non aver paura di fargli del male. Uno dei timori più comuni tra i neopapà, è proprio la paura di fare male al bambino e questo timore si percepisce dal modo impacciato con cui i padri si approcciano al neonato già in sala parto. In realtà, benché piccoli e delicati, i neonati sono “resistenti” sia per essere presi in braccio sia per essere accuditi (cambio, pannolino, vestizione) anche da mani maschili.
– Aiutare la mamma nella gestione del bebè. Essere vicini alla neomamma non è solo un gesto d’amore nei confronti della propria donna, peraltro importantissimo per il benessere di tutta la famiglia, ma anche un modo per iniziare immediatamente la conoscenza con il proprio bambino. Quindi, il papà dovrebbe svolgere un ruolo attivo nella cura del bebè: per addormentarlo, cambiarlo, lavarlo.
– Nutrire fiducia nelle proprie capacità. Il padre svolge un ruolo importantissimo per lo sviluppo emotivo del bebè e rappresenta per lui la sicurezza. Forti di tale dolce certezza, i neopapà dovrebbero incentivare più che possono il contatto con il bebè e l’accudimento paterno.