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L’obesità dipende anche dall’anno di nascita. Non basta essere geneticamente predisposti: la probabilità di sviluppare obesità è influenzata anche da come i geni interagiscono con l’ambiente.
Un problema in costante aumento
La diffusione dell’obesità sta aumentando rapidamente sia nella popolazione adulta sia in quella infantile. L’Organizzazione mondiale della sanità parla di epidemia globale e la considera uno dei principali problemi di salute pubblica a livello mondiale. In Italia, secondo l’indagine Okkio alla salute 2014, condotta da Ministero e Istituto superiore di sanità, i bambini in sovrappeso sono più del 20%, mentre quasi uno su 10 è in condizioni di obesità. Si può parlare di obesità quando il bambino supera del 20% il peso ideale (stabilito in base al sesso e all’altezza), di sovrappeso se lo supera del 10-20%.
In crescita dal 1942
Ora questo studio, condotto a livello internazionale, ipotizza che l’obesità dipende anche dall’anno di nascita. È stato osservato che una variante del gene FTO, collegato al rischio di obesità, dipende in gran parte dall’anno di nascita: per i nati prima del 1942, non è stata rilevata nessuna correlazione, mentre per i nati negli anni successivi il legame osservato è molto forte. Per giungere a questi risultati, è stato monitorato l’indice di massa corporea dei partecipanti. Gli esperti hanno concluso che la correlazione tra la variante genica associata all’obesità e l’indice di massa corporea aumenta in modo significativo con l’anno di nascita.
Il ruolo dell’ambiente
Sui possibili motivi di questa associazione, i ricercatori ipotizzano il ruolo preponderante dell’ambiente. Si pensa per esempio che il cambiamento delle abitudini alimentari (cibi più calorici e sostanziosi) e lavorative (abbandono della manualità, con il progressivo diffondersi delle macchine e della tecnologia), combinandosi con la variante genetica, abbiano contribuito ad amplificare il rischio di obesità negli anni del Dopoguerra. Anche se, forse, l’obesità dipende anche dall’anno di nascita, l’educazione alimentare, ribadiscono gli scienziati, resta cruciale: risultano ancora troppo frequenti tra i bambini le abitudini che possono favorire l’aumento di peso. Per esempio il 31% fa una colazione non adeguata, il 21% non consuma frutta e/o verdura, il 43% beve abitualmente bevande zuccherate e/o gassate.
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