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In 10 anni si contano 140 mila nascite in meno. Diverse le cause che hanno contribuito al calo delle nascite, tra cui la scarsa accessibilità ad asili e scuole materne. Lo certifica il report dell’Istat su “Natalità e fecondità” e lo confermano anche i pediatri el Simpef – Sindacato medici pediatri di famiglia”.
Problema multifattoriale
Diversi sono i fattori che concorrono a segnare le nascite in calo nel nostro Paese, dalla crisi economica all’instabilità lavorativa, dall’aumento dell’età media in cui si diventa genitori per la prima volta ai problemi di infertilità (non solo femminile).
Nonni e nidi
Secondo i pediatri, però, nel fenomeno delle nascite in calo sembra aver assunto caratteristiche strutturali anche il mutato ruolo dei nonni e l’insufficiente disponibilità di asili nido e scuole materne: “Indubbiamente l’insufficiente accessibilità agli asili nido e alle scuole materne in associazione all’assenza delle figure di sostegno extra-genitoriale, in primis i nonni, hanno contribuito in questi anni alla riduzione del tasso di natalità delle famiglie”, spiega Rinaldo Missaglia, segretario nazionale Simpef.
La “dipendenza” dal pediatra
Questo scenario, continua Missaglia, “vede i genitori colpiti da un crescente complesso di inadeguatezza e ansia, ma anche de-responsabilizzazione, con una maggiore dipendenza dalla figura del pediatra, considerato depositario dell’offerta di prestazioni sanitarie specialistiche quasi immediate e a costo zero”.
Culle sempre più vuote
È dal 2008 che in Italia le nascite diminuiscono in modo inarrestabile: gli indicatori demografici dell’Istat (l’Istituto nazionale di statistica) mettono in evidenza che nel 2017 per il terzo anno consecutivo i nuovi nati sono meno di mezzo milione (458.151 nel 2017, ovvero 15 mila in meno rispetto al 2016). Una tendenza che sembrerebbe essere confermata anche nel 2018: i dati provvisori riferiti al primo semestre mostrano, infatti, già 8.400 nascite in meno rispetto allo stesso periodo del 2017. A conti fatti, sono 120 mila i nuovi nati in meno negli ultimi dieci anni.
Un problema mondiale
Il problema delle nascite in calo non è, però, solo italiano. Come spiega Francesca Sartori, docente di Sociologia dell’Educazione e di Sociologia del Genere all’Università di Trento, la denatalità è una tendenza ormai consolidata nel tempo, anche a livello mondiale: “Il Giappone e la Germania risultano essere i Paesi in cui si fanno meno figli. In Italia la situazione non è rassicurante, con una media di 1,35 figli per donna: un tasso estremamente basso che rappresenta un problema perché il Paese, con questi dati, è destinato a invecchiare rapidamente”.