Fino a qualche tempo fa mamme e papà avevano spesso nell’ambito della famiglia ruoli ben distinti: la madre era la persona che trascorreva più tempo con il bambino, soddisfacendo tutti i suoi bisogni ed era naturale quindi creare con lui un rapporto fatto soprattutto di affetto e coccole. Il padre, invece, diventava presto il depositario delle regole, e avendo anche meno tempo per stare insieme al figlio, di solito aveva con lui un rapporto di minore confidenza.
Oggi, nella famiglia moderna, invece, i ruoli di mamme e papà finiscono in molti casi per coincidere. Anche perché non di rado è proprio il papà a trascorrere più tempo con i propri figli. Il rischio, però, è che entrambe le figure, mamme e papà, investano maggiormente sul cosiddetto codice “materno”, ossia sulle cure del bambino, sull’aspetto affettivo e di protezione, tralasciando l’aspetto educativo legato al codice paterno.
Inoltre, con il passaggio alla cosiddetta “famiglia affettiva” è stato messo da parte il concetto di regola e di punizione per chi non la rispetta. Forse per reagire a un’educazione vissuta come troppo rigida, i genitori moderni pensano di poter educare i propri figli con la forza della persuasione, ossia convincendo e non imponendo, spiegando, spesso fino all’ossessione, ai propri figli cosa è giusto fare e cosa no, ma senza mai perdere la calma o la pazienza. In alcuni casi si arriva anche a negoziare con i propri figli quali regole stabilire e ciò che è giusto o sbagliato. La famiglia affettiva punta soprattutto a instaurare una relazione di affetto con i propri figli, delegando ad altri soggetti, tra cui soprattutto la scuola, il compito di dare le regole.
Bisogna anche saper dire di no
Nonostante il cambiamento epocale che ha investito la famiglia, in genere, però, i ruoli di madre e padre riescono a compensarsi proprio perché soddisfano diversi bisogni del figlio e in questo modo, di solito, si raggiunge un equilibrio. Ma può accadere che si ecceda in un senso o nell’altro, o che entrambi i genitori scelgano di investire di più sul ruolo affettivo anziché su quello normativo. Sempre più spesso, poi, capita di sentire i genitori lamentarsi del fatto di non essere ascoltati e ubbiditi dai propri figli. La maggior parte delle volte questo accade perché c’è la credenza comune che per essere un bravo genitore non bisogna mai dire di no, ma questo è errato, perché un no motivato e coerente con lo stile educativo rimanda al bambino che egli è importante agli occhi dei suoi genitori. Un altro errore che fanno i genitori e che va assolutamente evitato è quello di dare indicazioni diverse ai propri figli. Se anche tra mamma e papà non c’è accordo su una determinata questione, è d’obbligo che decidano insieme come comportarsi e quali indicazioni dare al bambino, che deve imparare a ubbidire, non perché ha paura dell’adulto, ma perché effettivamente si fida del fatto che quello che il papà o la mamma gli dice è per il suo bene.