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In Italia ogni 1.200 bambini nati, uno ha la sindrome di Down, per un totale di circa 38mila persone colpite. Lo hanno rivelato gli esperti riuniti in occasione del Congresso internazionale sulla sindrome di Down.
Il tasso di aborti è elevato
Secondo i dati aggiornati, circa il 9% dei feti presenta una qualche anomalia cromosomica. Tuttavia, solo lo 0,6% dei nuovi nati ne è affetto. Infatti, bisogna considerare che queste malattie, sindrome di Down inclusa, si associano a un’altissima percentuale di aborti spontanei.
Aspettativa di vita più lunga
L’obiettivo del convegno era semplice, ma ambizioso: cambiare il modo di considerare la sindrome di Down. Innanzitutto, come hanno spiegato gli esperti, bisogna smettere di pensare solo al bambino e all’adolescente Down. Oggi, considerato l’allungamento della vita media, è essenziale tener conto anche delle esigenze e dei diritti degli adulti affetti da questa condizione. In secondo luogo, è bene “osservare una persona sotto i suoi molteplici aspetti: l’aspetto biomedico, l’aspetto dello sviluppo motorio, l’azione comunicativo-linguistica, lo sviluppo cognitivo (che non è soltanto l’intelligenza in generale ma comprende anche le funzioni neuro psicologiche di base) così come la salute mentale” ha spiegato Giorgio Albertini, direttore del Dipartimento di Scienze delle Disabilità Congenite ed Evolutive, Motorie e Sensoriali dell’Istituto.
Conta anche l’ambiente
Gli studiosi hanno anche spiegato l’importanza di sfatare i falsi miti e i luoghi comuni. Non è vero che tutti i bimbi down sono uguali, anzi ciascuno di loro è unico. Infatti, ogni bambino ha un patrimonio genetico e neuronale personale ed è influenzato dall’ambiente in cui cresce: la famiglia, la scuola, gli amici, il percorso riabilitativo, la rete sociale.