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In Italia il 70 per cento dei farmaci che i genitori somministrano ai bambini non è adatto a loro. Lo rivela uno studio dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), una campagna informativa dedicata alle famiglie sui pericoli derivanti dagli errori dei genitori. Troppo spesso si somministrano farmaci per adulti ai bimbi, riducendo le dosi in base al peso e all’età del piccolo. Una pratica che può essere rischiosa.
Poche sperimentazioni cliniche sui bambini
Secondi gli esperti il problema è che esistono ancora poche sperimentazioni pediatriche dei farmaci, per una sorta di pregiudizio etico a esporre i bambini alle sperimentazioni cliniche benché, al contrario, ciò vada a ledere i loro stessi interessi, perché preclude la possibilità di sviluppare farmaci adatti alle loro specifiche esigenze.
Devono essere studiati per loro
I farmaci pediatrici, però, hanno composizioni e formulazione completamente differenti rispetto a quelle testate per gli adulti, mentre i rimedi farmacologici adatti a questi ultimi non sono stati sperimentati sui bambini e, pertanto, non se ne conoscono eventuali controindicazioni o reazioni avverse. Senza contare che potrebbero risultare del tutto inefficaci.
Ci vogliono studi seri ed eseguiti in modo corretto
Giuseppe Di Mauro, presidente della Società italiana di pediatria preventiva e sociale, ha affermato che in molti casi vengono somministrati ai bambini farmaci non testati per l’infanzia, ma questo avviene non perché i pediatri sbaglino, ma semplicemente perché non esistono studi specifici di efficacia o di tolleranza eseguiti in età pediatrica: diventa allora più semplice usare dosi inferiori rispetto agli adulti, senza considerare che un bambino non è un adulto in miniature, ma una persona che ha un metabolismo diverso dall’adulto e con un assorbimento del farmaco differenziato. Allora ben vengano studi seri, accreditati ed eseguiti in modo corretto sui bambini.