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Davvero esistono regole a cui attenersi per educare un bambino e farlo crescere sereno e sicuro di sé? Sì, se per “educare” si intende aiutarlo a instaurare con genitori, fratelli, coetanei, e, più avanti, con gli insegnanti un rapporto sereno, se significa favorire la possibilità che stringa amicizie profonde e durevoli, se vuol dire aiutarlo a realizzare le proprie potenzialità sempre rispettando gli altri e, di conseguenza, assicurandosi rispetto, affetto, simpatia, consenso.
Un bambino cresciuto così, educato così, è destinato a essere felice non solo nell’infanzia, quando è molto facile esserlo, ma anche negli anni faticosi dell’adolescenza e in quelli impegnativi dell’età adulta. Paolo Crepet, psichiatra, scrittore, autore del libro Prendetevi la luna, pubblicato di recente da Mondadori, le conosce e ce ne ha svelato 8 fondamentali.
1) Non si insegna a non gridare gridando
“L’esempio: ecco il primo grande segreto, lo strumento educativo da cui non si può prescindere in relazione a qualunque aspetto dell’esistenza” spiega il professor Paolo Crepet. “Non si può insegnare a essere gentili, se si agisce con maleducazione, non si può insegnare a prendere in considerazione il punto di vista degli altri se ci si mostra prevaricatori, aggressivi, indifferenti verso il prossimo”. In effetti, non può avere nessuna credibilità chi insegna a non gridare gridando … “C’è una frase su cui tutti i genitori dovrebbero riflettere e che considero molto esplicativa: dentro a ogni Suv parcheggiato in doppia fila o su un marciapiede davanti a una scuola c’è un bambino che facilmente più avanti diventerà un bullo” sottolinea lo psichiatra.
2) Mettere pochi, ma irrinunciabili paletti
A mano a mano che il bambino cresce occorre porgli dei limiti che, all’inizio, serviranno a proteggere la sua incolumità fisica (per esempio, il forno non si tocca) e poi, gradualmente, a insegnargli in che modo rapportarsi con gli altri (rispetta gli orari, sii gentile), fin dove ci si può spingere con le richieste prepotenti e, soprattutto, che ci sono dei divieti che devono essere accettati e rispettati. “I ‘no’ servono a questo”, assicura Crepet, poi continua dicendo che sono proprio i paletti a far sentire il bambino amato, perché appunto contenuto. “I paletti, se pochi, ragionevoli e giusti, regalano al bambino la sicurezza di avere le spalle coperte, di non essere abbandonato a sé stesso, di avere qualcuno che davvero tiene a lui”. Impariamo dal mondo vegetale come si aiutano i ramoscelli a diventare alberi saldi e forti: legandoli a bastoni in grado di sostenerli saldamente, che non a caso si chiamano “tutori”. “Mettere precisi confini significa aprire i figli ai futuri orizzonti”.
3) Non stancatevi di ripetergli (con tono gentile) che cosa non si può fare
Le regole che si è deciso di impartire al bambino e che, ovviamente, si vuole vengano rispettate, vanno ripetute più e più volte, con tono affettuoso e con grande pazienza. Si ritiene che un bambino abbia bisogno di sentirsi dare un’indicazione in media circa 10 volte prima di farla propria, non perché sia disobbediente, ma proprio in quanto sono queste le tempistiche del suo processo di apprendimento. “Un errore di valutazione che fanno spesso i genitori è quello di pensare che il bambino non rispetti le regole perché è capriccioso e mosso dalla precisa volontà di non ascoltarli, mentre è solo che prima di un certo lasso di tempo non può riuscirci” spiega Paolo Crepet.
4) Permettete al vostro bambino di avere un desiderio
Il bambino non va accontentato in tutto e per tutto nelle sue richieste di cose materiali (giocattoli nella prima infanzia, bicicletta, motorino, cellulare e man mano altre richieste sempre più grandi). Per riuscirci senza sentirsi in colpa bisogna essere più che convinti di quella che è una verità incontrovertibile: nessun bambino viene destabilizzato dall’impossibilità di ottenere quello che vuole e dalla conseguente (piccola) frustrazione che ne deriva. Anzi, in realtà entrambe sono utilissime per favorire la tolleranza allo stress, che è una condizione che fa parte della vita stessa e con cui il bambino prima o poi dovrà fare i conti. “Il più bel dono che si può fare a un figlio è lasciare che abbia un desiderio non esaudito”, assicura Paolo Crepet. O, almeno, non esaudito troppo in fretta.
5) Ascoltate il vostro bambino, nel significato più nobile del termine
L’ascolto è il grande segreto per mantenere aperta la comunicazione con i propri figli in tutte le fasi della loro crescita. “L’ascolto vero implica entrare in sintonia con le emozioni dei figli e con il loro punto di vista, capire le loro emozioni e interpretare nel modo giusto quello che passa per la loro mente e non è certo poco” sostiene Paolo Crepet. Ascoltare i figli piccoli insegna l’empatia, li fa sentire accolti, protetti, compresi, favorisce la loro autostima. Ascoltare i figli adolescenti è il modo migliore per captare se c’è qualcosa che non va e per sostenerli nei primi tentativi di spiccare il volo senza prevaricarli né opprimerli. Ascoltare i figli è una forma di rispetto che gratifica mentre insegna il rispetto per gli altri.
6) Non sottovalutate le sue emozioni negative, ma aiutatelo a riconoscerle
Abituate il vostro bambino a riconoscere le proprie emozioni negative, in contrapposizione a quelle positive, e a chiamarle con il loro nome. A seconda del caso, ditegli “ti senti arrabbiato” oppure “ti senti triste” o, ancora, “capisco che non ti piace fare questa cosa”. Siate anche comprensivi con le sue emozioni negative, senza mai sottovalutarle: sarebbe sbagliato canzonarlo con un “Dai, ma piangi per così poco?”, mentre può andare bene dirgli: “capisco che tu sia dispiaciuto”. Conoscere le emozioni negative permette di controllarle, ritrovando in fretta il buon umore. Un abbraccio affettuoso mentre si aiuta il bambino a focalizzare i suoi sentimenti negativi può essere una buona strategia.
7) Siate aperti nei confronti dei suoi amici, il più possibile allegri e creativi
Permettetegli di avere tanti amici, favorite il suo legame con i “coetanei del cuore”, invitandoli a giocare a casa e mostrandovi sempre gentili e accoglienti. “Così imparerà in fretta il piacere della condivisione e a trarre il vero divertimento dal gioco di gruppo, dalla frequentazione di altri bambini e non dalla tivù e dalla realtà virtuale. Imparerà che l’amicizia è un bene preziosissimo e che il più grande dei privilegi non è possedere tanti giocattoli (e più avanti tanta tecnologia) ma avere degli amici” sottolinea Paolo Crepet.
8) Incoraggiate la sua creatività
“Stimolate la sua creatività disegnando, ballando, cantando con lui, leggendogli le fiabe e aiutandolo a inventarne altre” raccomanda Paolo Crepet. Un pic nic improvvisato sul tappeto del salotto, mentre si immagina di essere davanti al mare o in un bosco può trasformarsi per il bambino in un ricordo indelebile, che nell’età adulta potrebbe diventare una risorsa a cui attingere nei momenti di tristezza e di crisi. Ma non solo: raccontategli di quando voi eravate piccoli e permettete ai nonni di fare altrettanto, perché immaginare il passato delle persone care, pensando a quando anche loro erano bambini, è un ottimo esercizio per la sua fantasia.
Guarda il video sulle 8 regole di Paolo Crepet
Abbiamo girato un video con le 8 regole fondamentali per crescere bambini sereni ed educati secondo Paolo Crepet. Guardalo subito!
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