“La nouvelle femme”: il film sulla vita dedicata ai bambini di Maria Montessori

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 26/09/2024 Aggiornato il 26/09/2024

All'inizio del 20° secolo una giovane donna laureata in medicina sfida le convenzioni sociali per dar vita a un metodo di insegnamento radicalmente nuovo: a interpretarla è Jasmine Trinca e la sua storia è diventata un film.

“La nouvelle femme”: il film sulla vita dedicata ai bambini di Maria Montessori

Il 26 settembre esce nelle sale italiane “Maria Montessori. La nouvelle femme”, un film di Léa Todorov, distribuito da Wanted Cinema, con Jasmine Trinca e Leila Bekhti. La pellicola è incentrata sull’incredibile storia personale e professionale di colei che ha fondato, agli inizi del ‘900, il cosiddetto “metodo Montessori”, ossia un nuovo metodo di insegnamento e apprendimento inizialmente pensato per bambini neuro-atipici, poi applicato anche nelle comuni scuole.

La trama in breve

Roma, 1900. La celebre cortigiana parigina Lili d’Alengy affida a una giovane dottoressa, di nome Maria Montessori, la propria figlia nata con handicap: la bambina costituisce una vergogna per la donna, nonché un ostacolo alla propria carriera e a uno stile di vita basato su ricchezza, mondanità e frivolezza.

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L’istituto di Maria Montessori e Giuseppe Montesano (suo compagno) si fonda su un metodo pedagogico nuovo e rivoluzionario e si occupa di educare bambini con gravi difficoltà cognitive, all’epoca etichettati in modo altamente dispregiativo come “idioti”, ed esclusi dalla scuola e dalla società perché considerati irrecuperabili. Le due donne, seppure così diverse tra loro, ma simili per forza e tenacia, impareranno a conoscersi e aiutarsi a vicenda in un mondo prettamente maschile e patriarcale.

Una storia di redenzione e resilienza

Maria Montessori. La nouvelle femme” è un film di una donna sulle donne, due protagoniste solo all’apparenza distanti ma in realtà accomunate da un segreto inconfessabile: entrambe sono costrette, infatti, per motivi scaturiti dal pregiudizio sociale, a nascondere la propria maternità: Lili cela al mondo la propria figlia, addirittura all’inizio presentandola come propria nipote, per il timore del biasimo e per la vergogna di aver dato alla luce una bimba “diversa”; Maria è costretta ad affidare il piccolo Mario a una balia fuori Roma perché non è sposata: l’aver partorito un figlio al di fuori del matrimonio è un’onta che ricadrebbe sulla propria famiglia e sulla figura del padre, Giuseppe Montesano, l’esimio medico fondatore, insieme a lei, dell’istituto pedagogico.

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Ma mentre Lili imparerà, col tempo, a riconoscere e amare la figlioletta, Maria dovrà rinunciare a vedere Mario, affidandolo alla potestà del padre, per ben 15 anni. Quella di Lili è quindi una storia di presa di coscienza e accettazione del proprio ruolo di madre; Maria al ruolo di madre dovrà in parte rinunciare, riversando il proprio amore su quelli di dottoressa ed educatrice, affrancandosi da una società che la vorrebbe relegata alla cura della casa come tutte le altre donne. Un’imposizione inaccettabile dal momento che il suo obiettivo è quello di “liberare l’infanzia grazie a una pedagogia scientifica”, partendo “in guerra per conquistare i diritti del bambino”: la sua è una storia di femminismo e resilienza di straordinaria modernità.

Perché vederlo

Il film di Léa Todorov è una pellicola magistralmente interpretata da Jasmine Trinca, la cui capacità di interpretare ruoli femminili di grande intensità e potenza è ben nota agli spettatori grazie a titoli come “La Storia” o “Profeti”. Nei panni di Maria Montessori riesce a metterne in risalto la dolcezza e la forza, la fragilità e la fermezza d’animo. Non ci si dimentichi che Maria è una donna nubile con un figlio nato fuori dal matrimonio, una condizione impensabile nell’Italia di inizio ‘900, che ha scelto di svolgere una professione all’epoca prettamente maschile: di grande impatto è la scena in cui, durante la sua prima lezione come insegnante all’università, Maria Montessori si rivolge alla proprie studentesse esortandole ad “assumere la scienza per emanciparsi” (per di più mentre fuma un sigaro e mostra un cadavere per la lezione di anatomia: atti e parole davvero rivoluzionarie per una donna).

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A questo si aggiunga la delicatezza con cui vengono mostrati i piccoli ospiti dell’istituto: i loro progressi e le loro difficoltà sono raccontate con verità e candore, con rispetto e dolcezza. Alla base c’è, del resto, un lungo lavoro di preparazione al set che è stato svolto con i giovani attori. Come afferma la regista: “Alcuni dei bambini che abbiamo scelto hanno difficoltà motorie, altri cognitive, altri ancora sensoriali, come nell’istituto dove lavorava Maria. Per lavorare con loro, era soprattutto necessario conoscerli molto bene, sapere cosa potevano fare in una determinata scena, quale sequenza sarebbe stata più adatta a loro”. La stessa piccola protagonista, Tina (la figlia di Lili), racconta Léa Todorov, “è una bambina iperintelligente, che capisce tutto, è molto presente al mondo, ma ha un modo diverso di percepire i segnali sensoriali e questa particolarità cognitiva mi ha interessato. Durante le riprese, abbiamo posto molta enfasi sulla distanza tra il suo ruolo e se stessa, e lei ha davvero messo insieme il suo personaggio con noi, dalla Tina molto inibita dell’inizio, alla Tina che sboccia nell’Istituto, alla Tina della fine del film”.

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Infine, “Maria Montessori. La nouvelle femme” è un film adatto a tutti gli spettatori e alle famiglie, la cui proiezione, specie nelle scuole, può dar modo di sollevare dibattiti di grandissima attualità: tanti sono, infatti, i temi toccati (dalla parità di genere, al concetto di inclusività, dalla lotta alla discriminazione al riconoscimento dei diritti umani fondamentali), e raccontati con un linguaggio chiaro e incisivo, frutto di una ricostruzione storica accurata, ma anche intimo e coinvolgente.

“Spero che il film possa mettere in discussione la mancanza di ambizione della nostra società ad essere più inclusiva”, racconta la regista “È un’iniziativa già in corso per cambiare il modo in cui questi bambini – e gli adulti – vengono ritratti! Invisibili per molto tempo, spesso ostracizzati, è ora di dare alle persone con neuropatia o disabilità il posto che spetta loro nel cuore della società. In questo senso, credo che qualsiasi iniziativa che contribuisca a cambiare il nostro modo di vedere le cose sia benefica”.

 

 
 
 

In breve

Il film “Maria Montessori. La nouvelle femme”, in uscita il 26 settembre, racconta la vita incredibile di una donna straordinaria: la sua storia di emancipazione e amore per la scienza e i bambini, oltre a essere modernissima, permette di riflettere su temi di grande attualità.

 

 

 

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