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Anche chi non conosce il suo metodo ricorda quasi sicuramente il suo volto stampato sulle vecchie banconote da 1.000 lire: stiamo parlando di Maria Montessori, pedagogista ed educatrice conosciuta proprio per il metodo che porta il suo nome. Ma chi era in realtà questa donna straordinaria e in cosa consiste esattamente il suo metodo?
La storia di Maria Montessori
Maria Montessori nasce nel 1870 a Chiaravalle, in provincia di Ancona e la sua casa natale attualmente ospita un museo, una biblioteca e un centro studi dedicato all’opera montessoriana. Fin dai suoi primi anni di studio, Maria Montessori dimostra un forte interesse per le materie scientifiche, motivo per cui decide di studiare medicina all’Università La Sapienza di Roma in un periodo in cui la comunità scientifica era composta prevalentemente da uomini: è stata infatti la terza donna italiana a laurearsi in medicina, specializzandosi in neuropsichiatria.
Questi studi la porteranno ad occuparsi del recupero di bambini con problemi psichici, che all’epoca erano ritenuti “anormali” o “frenastenici”, dando così una forte impronta alla direzione che avrebbe preso la sua vita. Maria comprende infatti che il problema di alcuni di questi bambini non era di tipo medico ma pedagogico, ed espone la sua idea nel congresso pedagogico di Torino nel 1898. Grazie a questo intervento Baccelli, allora ministro della Pubblica Istruzione, le dà l’incarico di tenere un corso sull’educazione di questi bambini alle maestre di Roma, corso che poi si trasforma in una Scuola Magistrale Ortofrenica.
La prima Casa dei Bambini a Roma
Viaggi e studi successivi rafforzano le convinzioni di Maria Montessori sull’educazione dei bambini in età prescolare e nel 1906 apre a Roma la prima Casa dei Bambini, dove può applicare il suo metodo non solo su bambini con ritardo mentale, ma anche su bimbi non disabili.
Nello stesso anno scrive la prima edizione del suo libro Metodo della pedagogia scientifica applicato all’autoeducazione infantile nella Casa dei bambini, che vede successivamente diverse edizioni e traduzioni. La Casa dei Bambini ebbe un grande successo e ne vennero quindi aperte altre, sia in Italia che all’estero; nel 1913 Maria Montessori viene addirittura definita “la donna più interessante d’Europa” dal quotidiano statunitense New York Tribune. Da qui il suo metodo riscosse un interesse sempre maggiore, con un’unica battuta d’arresto solo durante il periodo fascista, tanto che nel 1924 viene aperta la Scuola Magistrale Montessori, sempre a Roma. Maria Montessori muore il 6 maggio 1952 a Noordwijk, nei Paesi Bassi.
Il metodo Montessori
Il metodo Montessori è ormai conosciuto in tutto il mondo e praticato in circa 65mila scuole in 145 Paesi. Si rivolge prevalentemente (ma non solo) ai bimbi in età prescolare, mettendo al centro la loro autonomia e la libertà di manifestare la loro spontaneità. I materiali da utilizzare in questo percorso sono importanti: devono essere appropriati agli interessi del bimbo e adeguati alle sue proporzioni fisiche, in modo che li possa utilizzare in maniera autonoma. Il principio fondamentale è quello di lasciar agire il bambino in maniera autonoma e spontanea, con l’adulto che ha l’unico ruolo di presentare l’attività: sarà poi il bambino a completarla e a ripeterla in maniera autonoma, sviluppando così abilità e competenze. Questo contrasta con altri metodi, molto diffusi all’epoca, che vedevano imporre ai bambini rigide regole e schemi da seguire, standardizzati e con tappe fisse da raggiungere. Il pensiero di Maria Montessori identifica infatti il bambino come “essere completo, capace di sviluppare energie creative e possessore di disposizioni morali”.
Il metodo Montessori punta quindi a favorire lo sviluppo armonico di tutte le competenze del bambino, comprese quelle cognitive, relazionali e trasversali, tra cui rientrano ad esempio lo sviluppo di un pensiero critico, la capacità di pianificazione, la capacità di collaborare con gli altri e di risolvere conflitti, l’acquisizione di autostima, empatia e intelligenza emotiva. Questo metodo lascia molto spazio anche all’interazione tra bambini di età diverse: interagire con bambini più grandi dà infatti la possibilità di apprendere in maniera informale informazioni e regole di comportamento, mentre il contatto con i bimbi più piccoli porta a responsabilizzarsi e a dare lo stimolo a condividere le proprie capacità ed esperienze.
I principali riconoscimenti conferiti a Maria Montessori
Maria Montessori ottiene molti riconoscimenti, sia in Italia che all’estero, tra cui possiamo ricordare:
- nel 1949, 1950 e 1951 viene candidata al premio Nobel per la Pace;
- nel 1970 India e Pakistan le dedicano un francobollo per il centenario della sua nascita;
- nel 1990 l’Italia le dedica la banconota da 1.000 lire;
- nel 2000 lo Sri Lanka le dedica un francobollo;
- nel 2007, in occasione del centenario della prima Casa dei Bambini, viene organizzata una conferenza internazionale a Roma;
- nel 2007 esce lo sceneggiato televisivo in due puntate Maria Montessori – Una vita per i Bambini, con Paola Cortellesi nelle vesti della pedagogista;
- nel 2020 la rivista Time inserisce Maria Montessori tra le 100 donne più importanti del Novecento.
Le più belle frasi di Maria Montessori
Di Maria Montessori possiamo ricordare anche alcune frasi che riassumono alcuni aspetti molto importanti del suo pensiero e del suo metodo:
- la prima premessa per lo sviluppo del bambino è la concentrazione. Il bambino che si concentra è immensamente felice;
- mai aiutare un bambino mentre sta svolgendo un compito nel quale sente di poter avere successo;
- il gioco è il lavoro del bambino;
- il più grande segno di successo per un insegnante è poter dire: i bambini stanno lavorando come se io non esistessi;
- è necessario che l’insegnante guidi il bambino, senza lasciargli sentire troppo la sua presenza, così che possa sempre essere pronto a fornire l’aiuto desiderato, ma senza mai essere l’ostacolo tra il bambino e la sua esperienza;
- aiutiamoli a fare da soli;
- più dell’elettricità, che fa luce nelle tenebre, più delle onde eteree, che permettono alla nostra voce di attraversare lo spazio, più di qualunque energia che l’uomo abbia scoperto e sfruttato, conta l’amore: di tutte le cose esso è la più importante.