Come insegnare ai bambini a nuotare: consigli pratici

Francesca Scarabelli A cura di Francesca Scarabelli Pubblicato il 22/08/2024 Aggiornato il 22/08/2024

Molti genitori si chiedono come insegnare ai bambini a nuotare e quando cominciare a farlo. Non c'è un'età precisa, ma si può cominciare ad avvicinare all'acqua anche bimbi molto piccoli, con pazienza e in totale sicurezza.

Come insegnare ai bambini a nuotare

Imparare a nuotare è importante: non solo rende più divertenti le giornate al mare o in piscina, ma soprattutto rende i bambini ancora più sicuri delle loro capacità. Molti genitori si chiedono come insegnare ai bambini a nuotare, quando cominciare e se ci sono dei giochi che possono facilitare l’approccio con l’acqua. I bimbi possono cominciare fin da piccolissimi a prendervi confidenza: la cosa migliore sarebbe quella di cominciare in un ambiente controllato come la piscina, ma anche una vacanza al mare o al lago può essere una buona occasione per stimolare la curiosità dei bambini verso questo elemento.

Sicuramente un ottimo modo per iniziare è con lezioni di nuoto vere e proprie a partire dai quattro anni, ma nulla vieta di cominciare prima o più tardi tardi: anche gli adulti possono imparare a nuotare in poco tempo! Per i bambini il gioco è un elemento fondamentale anche per imparare questa attività. Le tecniche di galleggiamento e di respirazione, altrettanto importanti, possono essere insegnate in un secondo momento, quando il bimbo sarà completamente a suo agio in acqua.

Quando iniziare, fin da piccoli?

La cosa migliore sarebbe programmare il primo approccio con l’acqua quando il bambino è molto piccolo, in modo da rendere l’immersione in questo elemento totalmente naturale e far sparire ogni timore. Con i neonati ci si può iscrivere ai corsi di acquaticità: un’attività mamma/papà-bambino che serve a rimettere in contatto il piccolo con l’elemento acqua che aveva già ‘sperimentato’ con il liquido amniotico nella pancia. Solitamente si inizia dopo il 3 mese del bambino: il nuoto per neonati è quindi una specie di prolungamento del periodo prenatale e l’acqua viene percepita come ambiente familiare e mezzo utile per rendere più semplice lo sviluppo psico-motorio del neonato. L’importante sarà non forzare il bimbo in alcun modo e soprattutto agire in totale sicurezza sia in piscina che al mare seguendo poche semplici regole.

Una vacanza al mare, una giornata in piscina o un corso di nuoto sono ottimi modi per avvicinare i neonati all’acqua con delicatezza e in una cornice sicura, sempre supportati da mamma e papà. I neonati sono ancora troppo piccoli per aver sviluppato timori o paure, quindi l’esperienza in acqua risulta spesso facile e naturale, basterà non avere fretta, non forzare le cose e non spaventare il bambino, ad esempio immergendogli la testa quando non se lo aspetta.

Sotto i quattro anni l’approccio con l’acqua deve essere divertente e puntare sul gioco, non sull’apprendimento. Il bimbo può ad esempio prendere confidenza con l’acqua galleggiando tra le braccia di mamma e papà, battendo le mani e i piedi, rimanendo a galla con un supporto o facendo giochi divertenti senza che vengano fatte pressioni. Bisogna ricordare che gli adulti, quando il piccolo è in acqua, non devono mai distrarsi, nemmeno se il bimbo indossa dei galleggianti. Se il piccolo si rovescia indossando i braccioli o una cintura galleggiante, infatti, potrebbe fare fatica a raddrizzarsi e a tornare con la testa in superficie.
Dopo i quattro anni il divertimento non deve mancare, ma è a partire circa da questa età che si può cominciare a insegnare ai bambini a nuotare: in genere sono grandi abbastanza per mantenere viva l’attenzione per una mezzora, effettuare movimenti più complessi e coordinati e seguire le indicazioni dell’insegnante o del genitore.

È importante ricordare che non tutti i bambini sono uguali: alcuni sembrano dei pesciolini e non hanno alcun timore dell’acqua, altri appaiono invece più timorosi e non si immergono volentieri. In questo caso è importante avere pazienza e non forzare il bambino, ma proporre attività semplici che prevedano la presenza rassicurante dei genitori, possibilmente in piscina dove l’acqua è calma, senza onde, e si vede il fondo. In alternativa, se ci si trova al mare, si può scegliere una spiaggia con un fondale che digrada dolcemente, in modo che il bambino possa giocare in acqua sentendosi al sicuro e allontanandosi ogni volta qualche passo di più dalla riva.

Come insegnare ai bambini a nuotare: gli strumenti più adatti

Il primo approccio con l’acqua dovrebbe avvenire senza strumenti, in modo che il bimbo si senta libero e che l’esperienza sia il più possibile naturale. Quando poi avrà preso confidenza con l’acqua e si comincerà a pensare a come insegnare ai bambini a nuotare, si possono usare alcuni strumenti per sviluppare una maggiore sicurezza in questo elemento. Si può ad esempio puntare su:

  • giubbotti gonfiabili, che vengono indossati come un gilet. Sono sicuri e permettono al bambino di muoversi liberamente, inoltre costituiscono una sicurezza al mare, nelle spiagge in cui l’acqua diventa subito profonda;
  • braccioli, salvagente o cinture gonfiabile per aiutare il bambino a stare a galla;
  • tubi galleggianti o tavolette: non sono un sistema di sicurezza in acqua, ma possono essere usati come sostegni per migliorare i movimenti quando si comincia a imparare a nuotare
Come insegnare ai bambini a nuotare

Foto di platinumportfolio da Pixabay

Primi giochi per stimolare i bambini a nuotare

Una delle prime abilità che il bimbo dovrebbe acquisire in acqua è quella di mettere la testa sott’acqua: per insegnarglielo potete fare un gioco: tenendolo in braccio, proponetegli di chiudere gli occhi, soffiategli sulla faccia in modo che trattengano per un po’ il fiato e metteteli giù per due o tre secondi. Man mano i secondi aumenteranno e quando il bimbo si sentirà sicuro potrà farlo da solo tenendosi al bordo della piscina. Ci sono poi diversi giochi da fare in acqua che possono facilitare la confidenza con questo elemento e stimolare i bambini a nuotare:

  • il gioco della stella marina: il bimbo dovrà assumere la posizione di una stella marina, con braccia e gambe aperte. Questo gioco svilupperà la capacità di galleggiamento;
  • il rimorchio: tenendo la testa del bambino tra le mani, trascinatelo delicatamente per la piscina, facendolo scivolare lentamente sulla schiena;
  • il motoscafo: fate appoggiare il bimbo su una tavoletta, afferrategli i piedi e spingetelo più forte possibile per farlo scivolare in avanti;
  • il gioco dell’anello: lasciate affondare un anello da piscina in acqua e invitate il bimbo a ripescarlo. All’inizio potrete farlo nell’acqua bassa, in modo che il bambino non debba immergere tutta la testa per prenderlo; se non vuole avvicinare il viso all’acqua, in un primo momento potrete spiegargli come ripescarlo con i piedi, abbassandosi comunque il più possibile;
  • corsa con la tavoletta: questo gioco può essere fatto in compagnia al mare o in piscina. Stabilite un punto di partenza e uno di arrivo, poi date il segnale di partenza: aiutandosi con una tavoletta o con un galleggiante i bambini dovranno percorrere la distanza il più rapidamente possibile;
  • un, due, tre, stella! Questo gioco può essere fatto anche in versione acquatica: un bambino starà vicino al bordo della piscina a contare, mentre gli altri dovranno avvicinarsi partendo dalla parte opposta della piscina;
  • caccia al tesoro: gettate in acqua diversi oggetti galleggianti e altri che affondano, assegnandovi punteggi diversi. Ogni bambino dovrà tuffarsi e ripescare più oggetti possibile, portandoli in un contenitore a bordo vasca. Vince chi nel tempo stabilito totalizza il punteggio più alto.
Come insegnare ai bambini a nuotare

Foto di Pexels da Pixabay

Tecniche di galleggiamento e respirazione

Ci sono poi tecniche di galleggiamento e di respirazione che è fondamentale imparare per aumentare la confidenza con l’acqua e imparare a nuotare.
L’esercizio di galleggiamento più noto è “il morto”, che aiuta a capire che il corpo quando è rilassato rimane naturalmente a galla. Per affrontare correttamente questo esercizio, il bambino dovrebbe tenere fuori la testa dall’acqua guardando verso l’alto e inclinare leggermente il bacino verso il fondo della piscina, mantenendo il corpo morbido e rilassato e lasciando che i piedi emergano in modo naturale dall’acqua. Questo esercizio si può fare in posizione prona, con la faccia sott’acqua.

Per quanto riguarda gli esercizi di respirazione, si può insegnare a fare le bolle con il naso e con la bocca: è un esercizio semplice ma efficace. Si comincia con un respiro profondo ma rilassato, poi si immerge il viso in acqua stando in posizione eretta e infine di espira lentamente sia dal naso che dalla bocca, creando un vortice di bolle. Alla fine si solleva il viso dall’acqua e dopo qualche secondo si può ripetere l’esercizio.

In copertina foto di Pexels da Pixabay

 
 
 

In breve

Imparare a nuotare è importante e la cosa migliore sarebbe cominciare a familiarizzare con l’acqua fin da piccoli. All’inizio dovrebbe essere un divertimento: non appena il bimbo sarà a suo agio in acqua si potrà cominciare a insegnare i movimenti corretti per nuotare.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

A sei settimane messa a riposo a letto per 20 giorni per via di un distacco

18/11/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

I "distacchi" a inizio della gravidanza sono comuni e, soprattutto se viene già rilevata l'attività cardiaca dell'embrione, non impediscono la buona evoluzione della gravidanza. Il riposo a letto è ininfluente nel bene e nel male.   »

Bimba di 4 anni che respinge la mamma e vuole solo il papà

18/11/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professoressa Francesca Simion

Leggi anche:  »

In 5^ settimana la camera gestazionale è vicina alla cicatrice del precedente cesareo

18/11/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

La posizione della camera gestazionale in prossimità della cicatrice nei primissimi tempi della gravidanza è inevitabile perché l'utero è ancora di piccole dimensioni.   »

Fai la tua domanda agli specialisti