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Come insegnare ai bambini a riordinare la stanza? Ecco una domanda che i genitori si fanno spesso. Non si tratta infatti solo di una questione che riguarda il ménage casalingo: mettere a posto è un gesto che aiuta i piccoli a crescere, a diventare autonomi e responsabili. Ecco allora con l’aiuto dell’esperta le info e i consigli utili.
Come riordinare i giochi
«Insegnare ai nostri figli il valore dell’organizzazione e dell’ordine è fondamentale per la loro vita» è la prima precisazione di Sabrina Toscani, fondatrice di Organizzare Italia e autrice del libro “Facciamo ordine”, Mondadori, 16 euro «Imparare a tenere a posto la propria stanza, proprio come imparare a lavarsi da soli, aumenta infatti l’autonomia e il senso di responsabilità, permette ai più piccoli di mettersi alla prova e insegna a gestire le proprie risorse, senza trascurare il fatto che aiuta nella convivenza e nelle relazioni familiari e non solo». Insegnare ai bambini a fare ordine va quindi considerato come un vero e proprio compito educativo affidato ai genitori o comunque a chi si prende cura dei più piccoli. «C’è un punto da cui è importante partire e che va sempre tenuto presente: i bambini possono e dovrebbero contribuire al ménage familiare, secondo le loro capacità, e spesso sono più bravi di quanto pensiamo se offriamo loro la possibilità di mettersi veramente alla prova» spiega l’esperta. E imparare a fare ordine dovrebbe essere proprio uno dei primi compiti affidati ai bambini.
«Per insegnare loro queste competenze si può iniziare dalla zona della casa dove possono avere più libertà di movimento e di scelta: la loro camera» commenta l’esperta. Ma come insegnare ai bambini a riordinare la stanza? «Attorno ai due anni possono cominciare a riporre i propri giochini in contenitori che i genitori possono mettere a disposizione nella loro stanza» spiega l’esperta. «Attorno ai 3-4 anni arriva il momento in cui i bimbi possono cominciare a riporre i panni sporchi nell’apposito cesto e farsi il lettino (che andrà bene così come riescono a fare senza che mamma e papà intervengano), a 5-6 possono anche ripiegare i calzini e spolverare, sui 7-8 anni possono cominciare a passare l’aspirapolvere e lavare il pavimento della loro stanza e da 9-10 anni in su possono cominciare a gestire ancor più liberamente il loro spazio, cambiare le lenzuola e occuparsi delle pulizie con più costanza». Tutto naturalmente sempre sotto la supervisione dei genitori. «Che devono sempre essere pazienti e insegnare come fare le cose, senza sostituirsi ai figli, ma accompagnandoli nell’apprendimento» conclude Toscani.
Come fare il gioco del riordino?
La strada più semplice per insegnare ai bambini a riordinare la stanza? Trasformare tutto in un gioco che li coinvolga, li appassioni e li diverta. Importante dare inizio al momento del riordino in modo molto chiaro così che i piccoli capiscano che è tempo di riporre i giochi e passare ad altre attività. E per fare questo può essere utile ricorrere a una canzoncina, una filastrocca o anche una semplice frase che permetta di mettere fine al tempo del gioco, ma in serenità, senza che il momento venga percepito come negativo. Ecco qualche esempio che può essere d’aiuto.
- Mettere via, mettere a posto, ogni cosa va al suo posto
- Uno, due e tre, metti a posto insieme a me
- Gira la ruota, ruota la rima, che tutto ritorni come era prima
- Questa è la corona di chi sa riordinare
Questa è la corona di chi vuole imparare
Per essere grandi ci vuole impegno
Ed io come un re riordino il mio regno
- Mettiamo via mettiamo a posto
Ogni cosa al suo posto!
Mettiamo via facciamo in fretta
Ogni cosa sarà perfetta!
- Un po’ d’ordine ci vuole
Nelle case e nelle scuole,
questo sopra, questo sotto,
rimettiamo tutto a posto
- La cameretta ordinata
Non ci serve una bacchetta,
per ordinar la cameretta!
Basta un po’ di fantasia
e il disordine va via!
Pupazzi e costruzioni
vanno dentro ai cestoni!
I colori e i pennelli
stanno insieme agli acquerelli!
Quando finisco di giocare,
è ora di riordinare!
La mia cameretta è piena di magia,
fuori il disordine, dentro l’allegria!
Lanciare una sfida ai bambini per incoraggiarli a sistemare
Ovviamente non si può negare che i genitori, magari stanchi dopo una giornata di lavoro, non abbino nessuna voglia di indossare i panni una Mary Poppins che tramuta tutto in gioco e in canto. In queste occasioni può essere d’aiuto cambiare la strategia e provare ad esempio a lanciare una sfida chiedendo ai bambini se saranno capaci di mettere tutto in ordine prima di cena oppure prima che cominci il loro cartone animato preferito. Oppure si può giocare al gioco delle domande: “le macchinine torneranno nella loro scatola? Le bambole si ricorderanno dove vanno a dormire?”.
In un pomeriggio di pioggia può essere un’attività divertente da fare insieme ai piccoli anche quella di creare piccole ceste dove riporre i giochi dando ad ognuna il nome di un animale: se la sera il gatto o il cagnolino non vedranno tornare i giochi saranno soli e tristi!
Come insegnare l’ordine, alcuni consigli pratici
Ecco alcuni preziosi suggerimenti dell’esperta riservati a papà o mamma sul come insegnare ai bambini a riordinare la stanza.
- Lasciateli liberi di decidere: la loro camera è uno spazio esclusivo e per questo i bimbi dovrebbe essere lasciati liberi di decidere come impostarne l’organizzazione. Possono essere condotti e affiancati dai genitori a seconda dell’età, ma ascoltare da subito le loro esigenze e assecondarle aumenta la loro motivazione e le loro capacità di tenere poi effettivamente ordinata la stanza. In sostanza, se sono loro a decidere il sistema organizzativo è più facile per loro capirlo e mantenerlo.
- Siate un esempio virtuoso: i bambini di tutte le età apprendono soprattutto attraverso l’imitazione. Se la camera degli adulti è ordinata è più facile che ne colgano la ragione e l’essenza. Non è detto che automaticamente saranno ordinati, ma avranno sempre il giusto esempio a cui ispirarsi.
- Trattenetevi e lasciate fare: l’ordine e l’organizzazione impostati dai figli non sempre (o forse quasi mai…) sono esattamente rispondenti alle aspettative dei genitori. Tuttavia solo attraverso l’esperienza i bambini possono imparare a cavarsela e a trovare i migliori sistemi per organizzarsi. Quindi sì all’affiancamento e al supporto, no all’imposizione, che non funziona soprattutto sul lungo periodo.
- Elogiate e premiate: i bambini hanno piacere di spingersi oltre e provare cose nuove e questo permette loro di acquisire un maggiore senso di responsabilità e autostima. Le cose da far provare devono essere graduali e seguite per un tratto dall’occhio vigile di mamma e papà, ma poi va data loro fiducia e soprattutto il giusto riconoscimento dell’impegno profuso (e non del risultato raggiunto che potrebbe essere inizialmente anche piuttosto lontano dalle vostre aspettative).
- Pazientate e puntate lontano: le competenze di ordine e organizzazione che si insegnano nell’oggi non danno i frutti subito, ma mettono i semi per ciò che verrà in futuro. Siate quindi pazienti e continuate ad innaffiare quel seme: la pianta che crescerà non sarà perfetta ma sarà sicuramente meravigliosa!
Cosa dice il metodo Montessori
Come in molti alti aspetti della vita infantile, anche sul tema del riordino il metodo Montessori può venire in aiuto dei genitori. Secondo Maria Montessori, infatti, l’ordine è basilare perché i bambini imparano a conoscere l’ambiente proprio attraverso la relazione che stabiliscono tra le cose. Grazie a un preciso ordine dato alle cose, i bambini creano una sorta di mappa con cui orientarsi trovando riferimenti che li rassicurano. E’ importante quindi che ogni cosa sia al proprio posto: per i piccoli l’abitudine, che consiste anche nel vedere un oggetto collocato sempre in un preciso punto dello spazio, è il passaggio chiave per riuscire a dare un senso al mondo che abitano. Abitudine e ordine si configurano quindi per Montessori come strumenti basilari per la crescita e dell’acquisizione dell’autonomia.
Ovviamente il come insegnare ai bambini a riordinare la stanza nell’ottica montessoriana non può prescindere da quelli che sono i cardini del metodo Montessori. Uno dei primi è che l’ambiente deve essere funzionale alla crescita e allo sviluppo dell’indipendenza dei bambini. Il che tradotto in pratica significa innanzitutto dire no a una cameretta stracolma di giochi. Il primo passaggio, affidato in toto ai genitori in questo caso, è quindi quello di liberare la stanza dei giochi da tutto quanto è inutile, non si usa più, è rotto, non ha più nessuna attrattiva per il bambino. Così diventerà più facile anche per i piccoli tenere in ordine la stanza rimettendo a posto i giochi dopo averli usati.
Al proposito il metodo Montessori sconsiglia di usare un enorme baule o un contenitore XXL dove riporre tutti i giochi: per i bambini, soprattutto per i più piccoli, ammassare i giochi trasmette l’idea che tutto ciò che a loro è caro può essere buttato via. Meglio quindi predisporre una serie di scatole di varie dimensioni aggiungendo un’etichetta o un disegno che spieghi cosa dovrebbe contenere. Ci sarà quindi una scatola per i peluche e una piccola per le matite, una per le bambole e una per le costruzioni e così via. Per i giochi di dimensioni più grandi ideale è predisporre per ognuno un posto preciso su un armadietto, una mensola, una libreria che il bambino possa raggiungere facilmente: se il piccolo sa che ogni cosa ha una sua collocazione precisa si sentirà più invogliato a rimetterla nella stessa posizione una volta che non viene più usata per giocare. Il metodo Montessori suggerisce che, anche per quanto riguarda il riordinare così come per altri momenti educativi, i genitori dovrebbero dare direttive chiare e precise stabilendo regole da rispettare, salvo eccezioni che vanno sempre motivate ai bambini. Si potrebbe stabilire, ad esempio, che i giochi si ripongono ogni volta che si finisce di usarli oppure che lo si fa la sera prima di dormire. Ma attenzione che anche nel dare indicazioni ai bambini su come devono riordinare la stanza è importante fare attenzione alle parole e al tono della voce che si usano: piuttosto che urlare e dare imposizioni in negativo meglio usare motivazioni positive. In sostanza al posto di sbraitare “non andrai a letto finchè non hai riordinato” meglio sarebbe dire “dopo che avrai sistemato i giochi ti leggerò una favola a letto”.
In copertina foto di Polesie-toys da pexels.com