Come affrontare la morte di un animale domestico con i bambini

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 28/11/2024 Aggiornato il 28/11/2024

Perché l’esperienza del lutto venga vissuta senza eccessive ansie e diventi motivo di crescita è fondamentale che i genitori introducano il tema della morte sin dalla prima infanzia. Il parere della pedagogista Giovanna Giacomini.

Foto di Pexels da Pixabay

La morte di un animale domestico rappresenta in genere per i bambini una delle prime esperienze di lutto. E’ importante che i genitori aiutino i figli ad affrontarla in modo appropriato, senza negazioni e senza dare ai piccoli false speranze, adottando un atteggiamento aperto, empatico e sincero che possa essere di supporto alla loro sofferenza. In ogni caso affrontare il tema della morte sin dalla prima infanzia è basilare per lo sviluppo emotivo dei bambini e per dotare loro di strumenti che possano essere di aiuto nel superare le perdite. I consigli di Giovanna Giacomini, pedagogista, formatrice, specializzata in Death Education con un master in Consapevolezza del Vivere e Morire.

Quando muore un animale domestico

«Statisticamente la morte di un animale domestico rappresenta una delle prime volte in cui un bambino si trova a vivere in maniera diretta l’esperienza del lutto» spiega la pedagogista Giovanna Giacomini, ideatrice di Scuole Felici. «Il modo con cui i genitori si pongono nei confronti dei bambini, in questo momento, può fare una differenza significativa: la morte di un animale domestico, infatti, si traduce nella possibilità di affrontare il lutto in maniera più semplice rispetto alla perdita di una persona cara, nonostante il legame emotivo sia indiscutibilmente molto forte in entrambi i casi. Quando un animale domestico muore, è cruciale che i genitori affrontino la situazione in modo appropriato, anche in base all’età del bambino, perché l’esperienza venga vissuta senza eccessiva ansia e possa diventare un momento di crescita».

Come parlare ai bambini e come procedere

Di fronte alla morte di un animale, gli adulti devono essere più che mai una figura di riferimento e di supporto per i bambini. Questi i consigli della pedagogista su come affrontare al meglio il tema.

  • Non nascondere la malattia o la morte dell’animale. Vedere e comprendere la malattia e la morte dell’animale aiuta i bambini a capire che tutto il mondo animale ha un ciclo vitale e che la morte ne fa parte.
  • Parlare in modo onesto e sincero. E’ essenziale per evitare che la morte diventi un tabù. Ignorare la morte o evitarne la discussione può farla apparire come qualcosa d’innaturale o da nascondere. Nella società odierna, sempre più concentrata sull’estetica e sull’immagine perfetta, le emozioni legate al lutto vengono spesso considerate inappropriate. Tuttavia, è fondamentale affrontare il tema con autenticità, specialmente con i bambini senza pensare di doverli proteggere dalla morte come spesso si tende a fare: parlarne è un passo cruciale per aiutarli a comprenderla.
  • Non usare eufemismi. Ogni età richiede un linguaggio adeguato, ma deve sempre essere autentico e carico di verità. Andrebbero evitati quindi eufemismi che potrebbero confondere, come “è andato a dormire per sempre, è partito per un viaggio o è salito in cielo”. Con i bambini è importante utilizzare frasi e concetti semplici spiegando, ad esempio, che quando un animale muore il suo corpo smette di funzionare e non possiamo più vederlo. La sincerità serve a non creare confusione nel bambino che, soprattutto quando è molto piccolo, interpreta tutto alla lettera. Dire a un bambino che il suo cane è andato a dormire viene interpretato dal piccolo alla lettera e questo può disorientarlo dando origine a paure irrazionali come, ad esempio, la paura di addormentarsi oppure la paura di vedere andare a dormire mamma e papà.
  • Usare con tranquillità la parola “morte”. Non è un termine da evitare ad ogni costo. Le parole non nascono brutte, sono le connotazioni che si attribuisce loro a renderle tali. Parlare della morte con chiarezza e senza drammatizzare è essenziale per aiutare i bambini a elaborare il lutto e a comprendere la realtà in modo sereno.
  • Accompagnare la morte con un rituale. Sono gli stessi veterinari a confermare che i bambini trovano molto conforto dai piccoli rituali. Ecco perché è importante non far sparire l’animale domestico in modo che il bambino lo possa vedere anche da morto. I bambini hanno bisogno, infatti, di far esperienza del corpo morto e accompagnarlo verso la completa sparizione con un cerimoniale con cui dire addio al loro amico a quattro zampe. Si può ad esempio decidere di accompagnare l’animale domestico nell’ultimo saluto, seppellirlo, se ci sono le ceneri conservarle. Oppure fare una piccola cerimonia in famiglia, piantare un albero che cresce a simboleggiare che qualcuno muore e qualcuno nasce.
  • Evitare di sottovalutare le emozioni. Affrontare la morte di un animale domestico, discuterne come un qualsiasi altro argomento, aiuta a normalizzare il tema. Tuttavia, è importante non sdrammatizzare le emozioni del bambino. La tristezza ha una sua dignità e tutti, anche i bambini, vanno lasciati liberi di provarla per il tempo che vogliono, senza regole, senza drammi ma anche senza minimizzare.
  • Dimostrarsi empatici. Se un bambino fa domande, e le fa spesso quando si trova ad affrontare la morte di un animale domestico, è importante rispondere ogni volta con pazienza e comprensione, senza nascondere la verità. Il dialogo aiuta l’elaborazione. E naturalmente è basilare offrire conforto, che di solito nel lutto è assenza di grandi discorsi ma presenza fisica. I bambini, come del resto gli adulti, non hanno bisogno di avere accanto persone che diano continue spiegazioni, che cerchino di rassicurarli perché questo sarebbe solo un’ulteriore fonte di stress. La vera rassicurazione deriva dalla presenza empatica e dal sostegno sincero, non da un modello predefinito su come si dovrebbe vivere la morte.
  • Utilizzare libri e albi illustrati. Esistono molti libri per bambini che trattano il tema della morte in modo sensibile. Possono essere strumenti utili per avviare la conversazione e fornire un punto di riferimento visivo e narrativo.
  • Affidarsi al gioco e al disegno. L’elaborazione del lutto, soprattutto nei bambini, avviene in modo non verbale. E’ attraverso il gioco, soprattutto, che il bambino mette in scena la situazione e le emozioni che sta vivendo. Ecco perché è importante lasciare che il bambino possa esprimersi attraverso il gioco, incoraggiandolo senza intervenire eccessivamente. Stesso discorso vale per l’arte che ha il privilegio di essere un linguaggio non verbale: attraverso il disegno, ad esempio, il bambino riesce a mettere nero su bianco le sensazioni, anche negative, che lo accompagnano nel momento della morte di un animale domestico.
 

Il tema del lutto

«La percezione della morte cambia notevolmente in base all’età» spiega la pedagogista. «I bambini dai 0 ai 6 anni non comprendono un concetto astratto come quello di morte perché da un punto di vista cognitivo non hanno ancora sviluppato la capacità di astrazione: sono molto concreti e vivono il qui e ora. È fondamentale non caricarli di aspettative irrealistiche, come dire che il loro animale stia semplicemente dormendo o sia andato in un altro posto. Questo può portare i bambini a pensare che ci sarà un ritorno o che qualcosa cambierà. Inoltre, i piccoli non hanno una chiara percezione del tempo e possono interpretare la morte come qualcosa che succede ora, senza comprendere che è definitiva. Potrebbero chiedere quando il cane o il gatto torneranno a casa: è importante spiegare loro che la morte fisica è una condizione permanente, sebbene questo sia un concetto difficile da assimilare per l’età».

I bambini in età scolare, dai 6 anni in su, iniziano a comprendere il concetto di morte. È chiaro che se il bambino non ha ancora avuto nessuna esperienza di questo tipo, con un animale domestico ad esempio, può considerarla un fenomeno poco tangibile.

«In questa fase, le emozioni degli adulti possono influenzare notevolmente le loro paure e preoccupazioni. I bambini potrebbero sviluppare paure legate alla perdita dei genitori o della loro stessa vita. È importante che gli adulti affrontino la morte come un processo naturale evitando di trasmettere ansie irrazionali» spiega la pedagogista.

I preadolescenti e gli adolescenti comprendono la morte come parte inevitabile della vita, sono consapevoli che prima o poi può accadere che un animale come una persona non ci siano più. Durante questo periodo possono porre domande complesse e confrontarsi gli uni con gli altri su questo tema. «Ben vengano queste discussioni tra pari e con la famiglia», commenta l’esperta, visto che possono anche essere un argine al tentativo, tipicamente adolescenziale, di affrontare la morte come una sfida, partecipando a comportamenti estremi come forma di esorcizzazione. «Va sempre ricordato comunque che questo modo di approcciarsi alla morte rappresenta per gli adolescenti un passaggio necessario per diventare adulti».

Perché educare alla morte

«L’educazione alla morte, o Death Education, è molto diffusa nel Nord Europa dove rientra a pieno titolo nella più ampia educazione alla vita» commenta la pedagogista. «Nel nostro paese invece si tende a tenere lontano dal mondo dei bambini il tema della morte. Ma pensare all’educazione alla morte nella sua accezione più ampia, quella dell’educazione alla vita, può facilitare la comprensione. Parlare di cicli naturali come le stagioni o la trasformazione degli insetti aiuta i bambini a vedere la morte come una parte del cambiamento, anziché che come qualcosa di spaventoso. Osservare la natura, dove il concetto di morte è implicito, aiuta a comprendere anche la fine di qualcosa. Per i bambini la vita è come la natura, è bellezza, meraviglia e scoperta: dal loro canto la morte di una pianta o di un insetto, non è vissuta con ansia, preoccupazione o tristezza, è semplicemente una cosa che succede».

Educare i bambini alla morte è essenziale per il loro sviluppo emotivo e psicologico. «Se i bambini vengono introdotti fin da piccoli a una visione contemplativa della vita e della morte, saranno meglio equipaggiati per affrontare le loro emozioni, siano esse positive o negative» commenta Giacomini. «È fondamentale che gli adulti non giudichino queste emozioni, ma che incoraggino una comprensione sana dei sentimenti di tristezza, paura e altri stati emotivi.

La negazione di emozioni ritenute negative non è mai una soluzione: il bambino deve potersi confrontarsi con la realtà emotiva per crescere in modo equilibrato. Affrontare il tema della morte in modo delicato e appropriato fin dall’inizio aiuta i bambini a sviluppare empatia, a maturare emotivamente e a elaborare il lutto in modo più sano».

 
 
 

In breve

Per i bambini la morte di un animale domestico può essere il primo approccio con il lutto. Perché lo vivano in modo naturale, senza eccessive ansie, è fondamentale il supporto dei genitori che dovrebbero educare alla morte, con empatia e sincerità, sin dalla prima infanzia.

 

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