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Un bambino cambia il sonno dei genitori, soprattutto nei primi tre mesi di vita. Ma i disturbi del sonno dei bambini continuano fino ai 6 anni di età. Anche se è vero che dopo i primi 4 le cose migliorano, è solo dopo i 6 che i bambini diventano più autonomi e non si svegliano più in piena notte.
Le mamme ne risentono di più
A sostenerlo è una ricerca condotta dall’Università di Warwick (Gran Bretagna) in collaborazione con l’Istituto tedesco per la ricerca economica e la West Virginia. Nei primi 3 mesi dopo la nascita le madri intervistate dormivano in media un’ora in meno rispetto a prima della gravidanza, mentre la durata del sonno dei padri diminuiva di circa 15 minuti. Quando i bambini avevano tra i 4 e i 6 anni, la durata del sonno era ancora di circa 20 minuti più breve nelle madri e 15 minuti più breve nei padri rispetto alla durata del sonno prima della gravidanza.
Le cose cambiano poco con la crescita
Le donne tendono a sperimentare più interruzioni del sonno rispetto agli uomini dopo la nascita di un bambino, rilevano gli esperti, perché si trovano più spesso nel ruolo di caregiver primario rispetto ai padri. Maggiori esigenze e responsabilità associate al ruolo di genitore conducono naturalmente a un riposo più breve e a disturbi del sonno anche fino a 6 anni dopo la nascita del primo figlio.
Di madre in figlio
Inoltre, se è vero che sono loro ad affrontare più sveglie notturne, va detto che anche il sonno dei bambini è legato a quello delle madri. Infatti dormono peggio se le mamme soffrono di disturbi del sonno. In questo caso si addormentano più tardi, dormono meno e trascorrono minor tempo nella fase profonda del sonno. Lo stesso non avviene per i papà.
La scienza conferma
Lo sostiene una ricerca realizzata dai ricercatori di Warwick assieme a all’ateneo svizzero di Basilea: in particolare, suggerisce che la ragione per cui il sonno dei bambini è più strettamente correlato a quello delle mamme piuttosto che a quello dei papà è che il tempo trascorso insieme di solito è maggiore, quindi c’è più possibilità di influenzarsi reciprocamente.