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Il matrimonio è spesso al centro di studi per indagare come il rapporto di coppia possa migliorarci o peggiorarci, ma pur sempre cambiarci. Non fa eccezione lo studio dell’Avon Longitudinal Study of Parents and Children della Bristol University, che ha indagato per oltre 25 anni la condizione psicofisica di 620 padri sposati ponendola in relazione alla stabilità del matrimonio.
L’importanza della stabilità
Ne è emerso un quadro che sottolinea l’importanza della stabilità matrimoniale. Che questo equilibrio sia positivo o negativo importa relativamente. I problemi, infatti, si palesano maggiormente quando l’armonia si rompe e la relazione subisce dei cambiamenti, sia in positivo sia in negativo. Le conclusioni dello studio dell’Università inglese rimarcano come sia meglio un matrimonio stabile (nel bene o nel male) piuttosto che una relazione scandita da ripetuti alti e bassi. A risentire in maggior misura di questi sbalzi affettivi sembrano essere gli uomini che, rispetto alle donne, hanno solitamente una cerchia sociale più ristretta e dimostrano di dipendere maggiormente dalla propria dolce metà.
Esaminati i fattori di rischio cardiaco
L’indagine, avviata nel 1991, ha preso in esame 620 padri sposati, monitorandone – a distanza di anni – i valori di pressione sanguigna, battito cardiaco, indice di massa corporea (bmi), grasso nel sangue e glucosio a digiuno. Le rilevazioni sono state fatte tra il 2011 e il 2013, per dare modo a eventuali fattori di rischio di emergere, il che accade solo a distanza di tempo da un’eventuale modifica nella qualità della relazione matrimoniale. Qualità che è stata classificata su quattro livelli: costantemente buona, costantemente cattiva, in miglioramento e in peggioramento.
Le questioni di cuore influenzano… il cuore
Gli uomini con relazioni matrimoniali costantemente positive o negative hanno evidenziato poche variazioni in tema di fattori di rischio cardiovascolari. Per contro, negli uomini con relazioni altalenanti (in miglioramento o in peggioramento) i fattori di rischio sono più accentuati. In tema di colesterolo nel sangue, per esempio, i valori dei padri con matrimonio costantemente buono sono minori rispetto a quelli di padri con relazioni in miglioramento. Lo stesso vale per gli altri fattori presi in esame. La maglia nera va però agli uomini con matrimonio in peggioramento; sono loro, infatti, a far registrare valori meno positivi.
Presto per tirare conclusioni
I ricercatori inglesi sottolineano, però, come lo studio, essendo di natura osservazionale, non possa permettere di giungere a conclusioni certe. Anche perché, i padri del campione sono ancora relativamente giovani e occorrerà attendere qualche anno per riuscire a verificare se le rilevazioni si riflettano effettivamente sullo stato di salute dei soggetti presi a campione. Una cosa certa è che quando un matrimonio vive di troppi alti e bassi ne risente la salute di entrambe i partner, soprattutto dell’uomo.