Argomenti trattati
È quanto sostiene Justin Lehmiller, psicologo della Ball State University, sulle pagine di Sex and Psichology. Secondo lo psicologo americano, i campanelli d’allarme del divorzio possono avere cinque cause.
Fattori personali e genetici
In prima battuta, la durata o meno di una coppia pare essere una questione di tempistica. Sposarsi o andare a convivere troppo presto produrrebbe, infatti, coppie più fragili e inclini al divorzio. Per scongiurare l’eventualità di lasciarsi, l’età migliore per fare il grande passo è tra i 25 e i 32 anni. Il secondo fattore di rischio sembra risiedere nel Dna. La predisposizione al divorzio si trasmetterebbe, cioè, dai genitori ai figli. Chi ha genitori separati sarebbe, infatti, più predisposto a sua volta a divorziare. In questa speciale “lista” rientra anche la tendenza al tradimento. Non è però chiaro se sia il tradimento a portare al divorzio o il contrario, cioè che sia la predisposizione a lasciarsi a spingere verso il tradimento.
Istruzione e religione
Anche il livello di istruzione e la religione “pesano” nella scelta di divorziare o meno. Nel primo caso, si è visto come tra i laureati le probabilità che il matrimonio duri 20 anni sono del 65% per gli uomini e del 78% per le donne. Per i diplomati queste percentuali scendono rispettivamente al 47% e al 41%. La religione sembra ricalcare grossomodo il trend evidenziato dal livello di istruzione: nelle persone maggiormente credenti le probabilità di divorziare calano.
Convivenza e porno non c’entrano
Dai fattori di rischio divorzio sembra non rientrare più quello che fino a non molto tempo fa era considerato uno dei maggiori motivi e cioè la durata della convivenza. Escluso dalla lista anche il porno che potrebbe, però, rientrarvi nel momento in cui si riuscisse a comprendere se sia il divorzio a favorirne l’utilizzo o sia la pornografia il campanello d’allarme della crisi di coppia.