Conciliazione famiglia-lavoro e divisione carichi familiari

Francesca Scarabelli A cura di Francesca Scarabelli Pubblicato il 18/04/2025 Aggiornato il 18/04/2025

Dopo la nascita di un bambino, la vita dei neogenitori inevitabilmente cambia: conciliare vita famigliare e lavoro e suddividere in maniera equa i compiti non è facile, ma ci sono alcuni consigli per riuscirci.

Conciliazione famiglia lavoro

Conciliare la vita lavorativa e quella famigliare, soprattutto dopo la nascita di un bambino, non è sempre facile. Per fortuna in molti casi lo Stato viene in aiuto delle famiglie con delle misure specifiche, come ad esempio il congedo di maternità e di paternità, la possibilità di smart working e altre misure. Abbiamo chiesto alla Dottoressa Francesca Neri, psicologa psicoterapeuta del Consultorio familiare dell’Istituto La Casa di Milano , alcuni consigli su come trovare o ritrovare l’equilibrio come coppia e come famiglia dopo l’arrivo di un bimbo, suddividendosi il carico di lavoro e le cure del piccolo.

Come organizzare la famiglia dopo la nascita di un bambino?

Dopo la nascita di un bambino si tende a concentrare tutte le attenzioni sul piccolo per rispondere al meglio ad ogni sua esigenza; il rischio, però, è quello di perdere di vista la dimensione di coppia.

Diventare genitori è un’esperienza profonda, trasformativa – spiega la dottoressa Francesca Neri –. È un cambiamento che tocca tutto il corpo, le emozioni, la relazione, i ritmi quotidiani. E spesso accade qualcosa che non ci si aspetta: invece di avvicinare, questo evento può mettere a dura prova l’intesa della coppia. Infatti, il primo figlio porta con sé un cambiamento radicale. Le priorità si riorganizzano, il tempo per sé diminuisce drasticamente e spesso ci si ritrova confusi, stanchi, pieni di dubbi. Ogni membro della coppia può vivere l’esperienza in modo diverso e questo può generare incomprensioni. Spesso come psicologa, nel mio lavoro con le coppie, noto che ci si concentra tantissimo sul ruolo genitoriale, al punto di dimenticare che prima di essere mamma e papà, si è partner. Il rischio è proprio quello di perdere la dimensione della coppia e con questa anche la dimensione sociale e relazionale.

Il primo passo per affrontare queste difficoltà – prosegue la dottoressa – è normalizzare. È normale sentirsi inadeguati, avere momenti di stanchezza o di distanza. Non è il segno che qualcosa non va, ma che qualcosa sta cambiando. Il secondo passo è quello di parlarne: la comunicazione resta lo strumento più potente che abbiamo. Non dobbiamo aspettare la crisi per prendere del tempo per confrontarsi, ma provare a dirsi cosa si sente, senza accusare. Ad esempio: “Mi sento sola in questo momento, ho bisogno che tu ci sia un po’ di più” è diverso da dire “Non fai mai niente”. Un altro aspetto importante è proteggere piccoli spazi per la coppia: possono bastare anche solo venti minuti dopo che il bambino si è addormentato per bere una tisana insieme e raccontarsi la giornata, senza parlare solo del figlio. Oppure affidarlo a una persona di fiducia per farsi una passeggiata a due. Non serve molto tempo, serve intenzione”.

Conciliazione famiglia lavoro

Foto di MabelAmber da Pixabay

Come conciliare il lavoro e la famiglia dopo la nascita di un bambino

Il rientro al lavoro, per molte donne, è un tasto dolente: da una parte si ha il desiderio di proseguire con la propria carriera, dall’altra si ha il desiderio di rimanere con il proprio bambino, a cui spesso si unisce un po’ di senso di colpa per doverlo affidare alle cure di altre persone.

Per molte donne, il rientro al lavoro è un momento molto complesso – spiega ancora la dottoressa Francesca Neri C’è la voglia di riprendere il proprio ruolo professionale, ma anche il senso di colpa per “lasciare” il proprio bambino. Può capitare che una madre torni al lavoro e non riesca a concentrarsi perché pensa a che cosa sta succedendo a casa. La soluzione non è far finta di niente, ma accogliere quel senso di colpa, chiedersi da dove viene e imparare a fidarsi. Qui entra in gioco la delega. Non è facile delegare. Molte madri mi dicono: “Lo faccio io perché lui non lo fa come me” oppure “Mi sento in colpa se lo lascio con i nonni”. Ma delegare significa permettere anche agli altri di creare legami, di essere parte del processo. Accettare che le cose anche se fatte in modo diverso, funzionano lo stesso. Un consiglio pratico: iniziare a delegare con piccole cose come il bagnetto o una passeggiata”.

La divisione dei compiti in famiglia

All’interno della famiglia il carico di lavoro dovrebbe essere suddiviso in base alle esigenze e alla giornata tipo di ognuno dei membri; spesso però è importante non essere rigidi, ma aperti al cambiamento.

È importante capire che all’interno di una famiglia non esiste un equilibrio definitivo – afferma la dottoressa – ogni fase richiederà un nuovo adattamento. Il bambino cresce, i bisogni cambiano, anche le priorità di coppia si trasformano. La coppia che riesce a “stare dentro” a questo cambiamento senza giudicarsi, ma ascoltandosi e scegliendosi ogni volta, è una coppia che si rafforza. L’equilibrio non è uno solo e non è per sempre. La coppia che funziona è quella che sa rinnovarsi, che accetta il cambiamento e lo affronta insieme. Ogni fase della crescita di un figlio porta nuove sfide, ma anche nuove opportunità di rafforzare la relazione. Diventare genitori non significa smettere di essere coppia. Significa imparare una nuova danza: più complessa, più impegnativa, ma anche più profonda. E con il giusto sostegno, con ascolto e fiducia reciproca, è una danza che si può imparare, passo dopo passo”.

Conciliazione famiglia lavoro e carichi familiari: come fare?

Nel 2023, in Italia, solo il 30% dei papà ha usufruito del congedo parentale di 10 giorni dopo la nascita di un figlio; in Lombardia sembra andare meglio, con una fruizione dei 76,4% degli aventi diritto, anche se poi ad accedere ai 6 mesi di congedo parentale facoltativo post-maternità (che potrebbero essere suddivisi tra entrambi i genitori) sono quasi solo le mamme. Questi dati Istat dimostrano che la riorganizzazione dei carichi famigliari in Italia è ancora in divenire.

È vero, dopo la nascita di un bambino, ogni famiglia viene chiamata a ripensare i propri equilibri. Le giornate si accorciano, le notti si allungano e il carico di responsabilità si moltiplica. In questo contesto, una divisione equa – non necessariamente uguale, ma giusta – del carico domestico e di cura è fondamentale per evitare che uno dei due genitori finisca per gestire tutto, o perlomeno per avere questa impressione.

Conciliazione famiglia lavoro 2

Foto di Vidal Balielo Jr. da Pexels

Il primo passo è parlare: sedersi insieme e fare un elenco delle attività quotidiane aiuta a prendere coscienza di ciò che va fatto e a distribuirlo in base alle disponibilità e competenze di ciascuno. Ad esempio, se uno dei due genitori rientra tardi dal lavoro, potrebbe occuparsi del bagnetto serale mentre l’altro gestisce la preparazione della cena oppure, se un genitore è in congedo, può organizzare la spesa e le faccende domestiche, ma senza che tutto gravi automaticamente su di lui/lei: chi rientra a casa può prendersi carico del bucato, riordinare, occuparsi della burocrazia. 
Ruotare i compiti settimanalmente può evitare che si cristallizzino ruoli fissi e a volte sbilanciati. È utile anche stabilire momenti fissi, ad esempio una sera alla settimana, in cui uno dei due si occupa completamente della routine del bambino, permettendo all’altro un po’ di riposo.

Per quanto riguarda il lavoro, è importante esplorare tutte le soluzioni flessibili disponibili, come il part-time temporaneo, il lavoro da remoto o i permessi parentali, sia per la mamma che per il papà. Alcune aziende offrono programmi di rientro dolce o supporti alla genitorialità.

Infine, chiedere aiuto non è fallire, ma costruire una rete di sostegno: coinvolgere nonni, amici fidati o anche servizi esterni può alleggerire il peso senza compromettere la qualità della relazione genitore-figlio.

Corsi per genitori in tutta Italia

Per aiutare i neopapà e le neomamme a riorganizzarsi dopo l’arrivo di un figlio, condividendo in maniera effettiva i carichi di cura del piccolo e conciliando vita e lavoro, vengono organizzati in Italia tanti corsi pre e post nascita che possono aiutare i genitori in questo intento.

Geni.AL – Genitori Al Lavoro è un corso di formazione gratuito pre o post nascita che fornisce tutte le informazioni su come affrontare insieme, psicologicamente ed economicamente, l’arrivo di un bambino. Il corso è promosso dal Comune di Milano nell’ambito del Patto per il Lavoro e dal gruppo Terziario Donna di Confcommercio Milano in collaborazione con altre realtà: ha l’obiettivo di aumentare la cultura della co-genitorialità e contrastare così la rinuncia al lavoro da parte delle madri, oggi stimata al 20% dopo la nascita del primo figlio e al 50% dopo il secondo.

Corso Faris – Elementi culturali della conciliazione famiglia-lavoro è invece un corso online on-demand offerto dalla Fondazione Ai.Bi. (costo 10 euro). Questo corso è indirizzato sia ai genitori che lavorano e necessitano di conciliare i tempi lavorativi e familiari, sia ai responsabili delle risorse umane che si occupano quotidianamente di queste tematiche. Per ulteriori informazioni è possibile visitare il sito web.

Counseling e conciliazione famiglia-lavoro – Formazione Point è un percorso formativo più tecnico, che esplora come il counseling possa supportare strategie aziendali per integrare esigenze familiari e lavorative. È rivolto a professionisti HR, coach, counselor e chiunque voglia approfondire il tema della conciliazione.

In copertina foto di Elina Fairytale da Pexels

 
 
 

In breve

La nascita di un bimbo porta grandi cambiamenti e non sempre è facile conciliare la famiglia e il lavoro: per fortuna ci sono misure che vengono in aiuto dei neogenitori e consigli per gestire al meglio il carico famigliare.

 

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