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I genitori italiani? Si possono raggruppare essenzialmente in quattro tipologie: gli equilibrati, i timorosi, gli scoraggiati e gli sperimentatori. Pur avendo caratteristiche diverse, sono tutti accumunati da un minimo comun denominatore: nonostante la pandemia e il momento incerto che stiamo attraversando, credono ancora nei grandi valori della famiglia. È quanto emerge dall’indagine “La sfida dei Genitori Italiani” commissionata da Prénatal Retail Group e condotta da BVA-DOXA nel corso di due rilevazioni, a febbraio e a settembre 2020.
Un ruolo complicato
Quello dei genitori è un ruolo delicato e pieno di sfide. Alle “normali” difficoltà della gestione dei figli, oggi si sommano anche le difficoltà legate all’emergenza sanitaria. “I genitori sono chiamati a misurarsi costantemente – ogni giorno e contemporaneamente – con cambiamenti e sfide, personali ed educative, spesso difficili da conciliare. La situazione che stiamo vivendo oggi sta mettendo alla prova anche i più organizzati e resilienti, ma impegno e coraggio rimangono valori nazionali solidi e diffusi” conferma Amedeo Giustini, Amministratore Delegato di Prénatal Retail Group.
Quattro profili
Secondo l’indagine, i genitori italiani possono essere divisi in quattro grandi gruppi.
- I timorosi: sono il 33% del campione, hanno più di 46 anni e figli di 6-8 anni. Non amano i progetti a lunga scadenza e le novità. Per loro, la più grande difficoltà come genitori è mantenere autorevolezza con i figli. Si considerano protettivi, poco moderni, ma cercano di educare bambini e ragazzi all’autonomia. Dedicano tempo alla famiglia e considerano importanti due insegnamenti: godersi gli affetti e le persone care e avere rispetto per gli altri.
- Gli equilibrati: sono il 28%, hanno un’età compresa fra i 25 e i 35 anni e hanno soprattutto bambini di 6-8 anni. Si caratterizzato per comportamenti e atteggiamenti moderati. Credono nei valori dell’impegno e della responsabilità, dell’essere se stessi e della libertà di pensiero. Si ritengono genitori protettivi. Sono i più attenti all’ambiente e alla sostenibilità e considerano il gioco come valore educativo, apprendimento e creatività.
- Gli scoraggiati: sono il 21%, hanno tra i 25 e i 35 anni, con figli prevalentemente maschi di 9-11 anni. I valori chiave che vogliono trasmettere sono rispetto e onestà. Privilegiano gli insegnamenti rivolti al “fare”. Del resto, il 9% di loro è un genitore single, per cui sperimenta diverse difficoltà, tanto da desiderare misure di sostegno su aspetti concreti della quotidianità. Hanno un rapporto complicato con i figli, fanno fatica a fare progetti a medio-lungo termine e hanno meno tempo degli altri da dedicare alla famiglia.
- Gli sperimentatori: sono il 18%, di età compresa tra i 36 e i 45 anni e con una prevalenza di figlie femmine. Sono aperti, propensi al nuovo e consapevoli dell’esistenza di diversi modelli di famiglia. Partecipano attivamente all’educazione dei figli, credono nel dialogo, sono ottimisti e soddisfatti della loro vita, ma ammettono di avere difficoltà a mantenere l’autorevolezza con i figli.