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La pandemia da Covid-19 ha cambiato profondamente le nostre vite. Ne è un esempio lo smart working, cioè la possibilità di svolgere il proprio lavoro da casa. Durante la pandemia questa è stata spesso una necessità dettata dall’impossibilità di allontanarsi dalle proprie abitazioni o di lasciare soli i propri figli, costretti a casa dalla chiusura delle scuole. A pandemia finita molti di noi sono tornati alle proprie abitudini e ai consueti ritmi lavorativi, ma molti genitori si sono resi conto che lo smart working è una soluzione comoda. Questi genitori saranno quindi contenti di apprendere della proroga smart working fino alla fine del 2023: vediamo tutto quello che c’è da sapere!
Cosa dice la Legge
La Legge 29 dicembre 2022 numero 197 (Manovra 2023) dava la possibilità di accesso allo smart working fino al 30 giugno 2023. Questo termine è stato ulteriormente prorogato: in sede di conversione in legge del Decreto Lavoro (D.L. 4 maggio 2023 numero 48) è stato infatti inserito il comma 3-bis all’articolo 42, che proroga al 31 dicembre 2023 la possibilità di lavoro agile per i genitori di figli con meno di 14 anni. Questo, però, al momento vale solo per i dipendenti del settore privato.
Proroga smart working genitori under 14: chi ne ha diritto?
In Italia il lavoro agile è normato dalla legge 81/2017, che negli anni della pandemia ha visto numerose deroghe per poter rispondere alle esigenze poste dalla situazione di emergenza che abbiamo vissuto. L’ultima in ordine di tempo riguarda i genitori di figli con meno di 14 anni, i dipendenti con figli disabili e i lavoratori fragili: queste categorie possono richiedere alla propria azienda la possibilità di lavorare da casa. Con la situazione di emergenza causata dalla pandemia, infatti, per le aziende il lavoro da casa è diventato smart working semplificato, accordando la possibilità di lavorare da casa a tutti i propri dipendenti anche senza un accordo di base. La situazione nella pubblica amministrazione è diversa: da aprile 2021 è stata temporaneamente eliminata la soglia del 50% dei dipendenti che può lavorare in smart working, ma è la singola PA a decidere chi può lavorare da casa. Per loro l’ultima proroga non ha effetto, anche se non si escludono cambiamenti nello scenario, anche in base alla disponibilità di fondi pubblici.
Foto di Dan Nelson da Pixabay
Chi può richiedere lo smart working?
La proroga smart working privati può essere richiesto da dipendenti con figli di età inferiore ai 14 anni, a patto che siano rispettate alcune condizioni:
- avere almeno un figlio con meno di 14 anni convivente;
- entrambi i genitori devono essere lavoratori: l’altro genitore non deve essere disoccupato o percepire aiuti statali;
- un solo genitore può farne richiesta;
- deve esserci compatibilità tra la funzione svolta e lo smart working: in pratica, il proprio lavoro deve poter essere svolto anche da remoto.
Questa possibilità, lo ricordiamo, per ora è concessa solo ai dipendenti del settore privato che ne facciano richiesta.
Cosa fare se si hanno accordi individuali con l’azienda?
Se il dipendente è in possesso di tutti i requisiti necessari, l’azienda è tenuta a concedere lo smart working anche senza accordi precedenti. È però possibile che alcuni dipendenti del settore privato abbiano firmato accordi personali con l’azienda riguardo alla possibilità di lavoro da remoto. In questo caso, però, la legge sancisce comunque questo diritto, che scavalca eventuali accordi individuali eventualmente più restrittivi. Questi accordi precedenti diventano quindi inefficaci perché contrastano con la normativa vigente, almeno fino alla fine dell’anno.
Ci sono altre categorie che possono richiedere lo smart working semplificato?
Oltre ai dipendenti del settore privato con figli under 14 possono richiedere di lavorare da casa anche altre categorie di persone e più nello specifico i lavoratori fragili, quindi che hanno un maggiore rischio di contagio da Covid-19. Tra questi ci sono:
- persone anziane;
- pazienti immonodepressi;
- persone che seguono terapie salvavita;
- pazienti oncologici;
- persone con altre comorbilità.
Anche in questo caso non è necessaria la presenza di accordi precedenti; nel caso di persone fragili questo vale non solo per il settore privato, ma anche per quello pubblico, anche con l’eventuale assegnazione ad una mansione diversa nella stessa categoria o area di riferimento, ma senza decurtazioni dello stipendio.
Cosa succederà successivamente?
Dal 1 gennaio 2024 per i genitori di bambini e ragazzi con meno di 14 anni e per le persone fragili e quindi più esposte al rischio di contagio da Covid-19 le cose dovrebbero tornare alla normalità. L’eventuale possibilità di lavorare da remoto sarà quindi regolamentata da eventuali accordi presi direttamente con il datore di lavoro, nel rispetto della Legge 81/2017 e delle indicazioni del Protocollo Nazionale sul lavoro in modalità agile del 7 dicembre 2021.