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Soprattutto durante la delicata fase dello svezzamento, i pediatri suggeriscono ai genitori di usare i baby food. Da qualche tempo, però, i genitori che non possono permettersi questi prodotti sono aumentati. Tutta colpa della crisi economica. Ecco perché gli esperti hanno pensato a degli incentivi.
Prodotti sicuri
I baby food sono i cibi studiati appositamente per i bambini, come omogeneizzati, farine, pastine, brodi, succhi di frutta. Sono altamente sicuri, perché sottoposti a rigidi controlli, e perfettamente equilibrati, perché appositamente realizzati per soddisfare le esigenze nutrizionali dei bebè.
Costano di più
Tuttavia, i baby food non sono economici. Ecco perché oggi alcuni genitori tendono a rinunciare a questi prodotti in favore degli alimenti “dei grandi”. Da una recente indagine è emerso che il 35% delle famiglie non può permetterseli. Secondo gli esperti, per quanto riguarda gli omogeneizzati e i biscotti per la crescita, il calo è ormai drastico: le confezioni acquistate si sono ridotte dal 30 al 50%.
La delicata questione del latte
A preoccupare i pediatri è anche la tendenza crescente a sostituire il latte di proseguimento con quello vaccino, sconsigliato prima dell’anno di età. Infatti, espone l’organismo del piccolo con meno di 12 mesi a una serie di rischi che possono comprometterne la corretta crescita. Innanzitutto, può non assicurare il corretto quantitativo di ferro e, dunque, può causare anemia. Il latte di mucca apporta poi poche vitamine, essenziali per la crescita. Di contro, contiene molte proteine e sale, che possono sovraccaricare i reni e aumentare il rischio di obesità.
La proposta dei pediatri
Alla luce di questa situazione, Giuseppe Mele, presidente di Paidoss, l’Osservatorio nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza, ha lanciato la proposta di buoni da destinare alle famiglie più bisognose. La speranza è che il governo o l’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) accolgano l’idea degli incentivi.