Adozione internazionale per i single anche in Italia: la sentenza storica della Corte Costituzionale

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo Pubblicato il 24/03/2025 Aggiornato il 24/03/2025

Il 20 marzo 2025 la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il divieto per una persona non sposata di diventare genitore adottivo di un bambino nato all’estero. Il parere dell'avvocata Filomena Gallo e di Marco Griffini, Presidente di Ai.Bi. Amici dei Bambini.

Adozione internazionale per i single anche in Italia: la sentenza storica della Corte Costituzionale

L’adozione internazionale per i single è adesso possibile: anche le persone che non hanno un partner potranno, d’ora in poi, avanzare richiesta per diventare genitori. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale con la sentenza n. 33 di venerdì 20 marzo 2025. Si tratta di un passo in avanti, secondo alcuni, mentre per altri resta primaria la necessità di tutelare i diritti dei bambini. Vediamo, più nel dettaglio, perché adesso in Italia è consentita l’adozione internazionale ai single.

La sentenza della Consulta

La Consulta o Corte Costituzionale, con la sentenza depositata appunto il 20 marzo 2025, ha dichiarato illegittimo e fatto cadere il divieto che si trova nell’articolo 29-bis, comma 1, della legge 184/1983. Questo escludeva che le persone non coniugate potessero adottare un minore residente all’estero.

La decisione è motivata dalla tutela dell’interesse del bambino, che dovrebbe individuare un contesto famigliare idoneo, stabile e armonioso non necessariamente legato a una struttura costituita da una coppia unita dal vincolo matrimoniale. Questa motivazione del resto trova riscontro in altre sentenze della Corte Costituzionale, nell’evoluzione della situazione sociale e anche nella Convenzione dell’Aja, che riconosce il diritto di adozione internazionale per i single.

Tra le motivazioni che spingono a questa apertura c’è la consapevolezza che escludere possibili adottanti single sottragga la possibilità che un bambino sia accolto in un ambiente sicuro e ricco di affetto, garantito da una persona sola. Inoltre c’è un intento di favorire le adozioni internazionali: l’esclusione della possibilità ai single, che sono sempre di più, potrebbe essere tra le cause del crollo delle richieste di adozione internazionale negli ultimi anni.

Il caso che ha ribaltato la legge

La decisione della Corte Costituzionale di aprire le adozioni internazionali ai single è il risultato di un percorso iniziato nel 2019, quando una donna toscana non sposata, di professione magistrata, si era rivolta al Tribunale dei Minori di Firenze, chiedendo di essere dichiarata idonea all’adozione internazionale, anche se appunto non era coniugata come prescriveva la legge.

Il Tribunale si è rivolto allora alla Consulta, domandando di valutare se il divieto dei single di adottare non fosse incostituzionale. Anni dopo, la Corte ha dichiarato l’incostituzionalità di questa preclusione, aprendo anche ai single, uomini e donne, la possibilità di fare domanda di adozione per bambini nati all’estero.

La Consulta in definitiva ha stabilito che un solo genitore va bene quanto due e, quando ci sarà l’idoneità all’adozione da parte del Tribunale italiano, la signora contatterà un’associazione riconosciuta dallo Stato che si occupa di adozioni internazionali per presentare la domanda a un Paese estero che ammetta già l’adozione per i single. Il Paese stesso valuterà l’idoneità di quella persona a diventare genitore.

Il parere dell’avvocata Filomena Gallo

La decisione della Consulta, che abroga un divieto decennale, si fonda su principi costituzionali e convenzioni internazionali che riconoscono la libertà di autodeterminazione nella scelta di diventare genitori.

“La sentenza segna un cambiamento significativo nel modo in cui l’Italia considera l’adozione, ponendo l’accento sull’interesse del minore e sulla libertà di autodeterminazione individuale e apre la strada a modifiche ulteriori e necessarie in materia di famiglia e possibilità di fare famiglia con figli”, commenta Filomena Gallo, avvocata dell’Associazione Luca Coscioni. La Corte ha dichiarato incostituzionale l’articolo che limitava l’adozione internazionale alle sole coppie sposate, ritenendo tale restrizione discriminatoria e lesiva del diritto all’autodeterminazione.

La decisione di diventare genitori è riconosciuta come espressione della libertà individuale, tutelata dagli articoli 2, 3 e 31 della Costituzione italiana e dall’articolo 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. “Viene ribadito che ogni decisione in materia di adozione deve prioritariamente considerare l’interesse del minore, valutando attentamente le sue esigenze e il suo benessere” aggiunge l’esperta. “La sentenza non sancisce un diritto automatico all’adozione per i single, ma richiede una valutazione caso per caso, volta a garantire che l’adozione risponda effettivamente all’interesse del minore. Questa sentenza rappresenta un passo avanti verso una maggiore inclusività nel diritto di famiglia, riconoscendo la pluralità delle forme familiari”.

Che cosa dice l’associazione che si occupa di adozioni

Secondo Marco Griffini, Presidente di Ai.Bi. Amici dei Bambini, che si occupa di adozioni internazionali, è positivo che ci siano più persone disponibili a occuparsi di un figlio non loro e a liberarlo dalla schiavitù dell’abbandono. L’esperto si chiede però se sia questa la soluzione per rilanciare l’adozione internazionale a beneficio dei milioni di bambine e bambini abbandonati negli orfanotrofi. “Forse la Consulta avrebbe fatto meglio a dichiarare l’illegittimità della discriminazione che esiste oggi tra la gratuità della Adozione Nazionale e, ora, anche della Fecondazione Assistita e le enormi spese che deve sostenere chi si rivolge all’adozione internazionale, affermando anche per questa forma di accoglienza il medesimo concetto di gratuità” avverte Griffini. “Inoltre sarebbe stato meglio fare in modo che giudici e servizi sociali rispettino le indicazioni della legge 184/83 per velocizzare i tempi per l’ottenimento della idoneità. In questo caso avremmo davvero assistito a una svolta storica”.

Come funzionano le adozioni adesso

Al momento, infatti, in Italia la possibilità di adozione per i single riguarda solo le adozioni internazionali, mentre le adozioni nazionali (ossia, che riguardano i bambini nati nel nostro Paese) restano ancora riservate alle coppie regolarmente unite in matrimonio.

I requisiti sono previsti dall’art. 6 della legge 184/83 (modificata dalla legge 149/2001). Secondo queste norme, l’adozione nazionale è riservata ai coniugi uniti in matrimonio da almeno tre anni, o che abbiano raggiunto tale periodo sommando gli anni di convivenza prematrimoniale alla durata del matrimonio. Tra i coniugi non deve sussistere separazione personale neppure di fatto.

Inoltre i due partner devono essere idonei a mantenere, educare e istruire i minori che intendano adottare. Inoltre sussistono precisi requisiti che riguardano la differenza di età minima e massima esistente tra adottanti e adottato. Infine, è indispensabile una valutazione approfondita del rapporto di coppia, attraverso i Tribunali per i minorenni, i servizi socio-assistenziali degli Enti locali e le Asl locali, per accertarsi delle condizioni di accoglienza del minore.

Le adozioni internazionali in Italia

Queste condizioni permarranno anche per l’adozione internazionale, a parte la caduta dell’obbligo di essere uniti in matrimonio. Per il resto, restano valide le procedure già in vigore, che hanno l’obiettivo di tutelare il benessere del bambino e di garantirgli un inserimento in un contesto idoneo, che gli garantisca affetto, stabilità e possibilità di istruzione. Resta al momento valido il limite dell’età, che deve essere di almeno diciotto anni e di non oltre quarantacinque rispetto l’età dell’adottando.

La persona che intende procedere all’adozione internazionale deve presentare la dichiarazione di disponibilità al Tribunale per i Minorenni del proprio distretto di residenza, chiedendo l’idoneità all’adozione.

A questo punto i servizi degli Enti locali avviano un’indagine per valutare le potenzialità genitoriali della persona, raccogliendo informazioni sulla sua storia personale, familiare e sociale.

Al termine dell’indagine viene fatta una relazione e inviata al tribunale per i minorenni, che può disporre altri approfondimenti. A questo punto può rilasciare un decreto di idoneità oppure pronunciarsi per l’insussistenza dei requisiti all’adozione.

La persona dichiarata idonea, nel giro di un anno deve rivolgersi a uno degli enti autorizzati dalla Commissione per le adozioni internazionali.

Photo by Cat6719 for pixabay 

 
 
 

In breve

La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il divieto di adozione internazionale alle persone single. D’ora in poi chi desidera adottare un bambino all’estero lo potrà fare, anche se non è coniugato, rivolgendosi al Tribunale per i Minorenni della propria zona.

 

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