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La relazione tra fertilità e stress è confermata a livello scientifico e riportata sulla rivista scientifica americana Philadelphia Applied Nursing Research dopo che è stato dimostrato il legame tra musica e fertilità femminile. In pratica, a livello terapeutico la prima agevola i processi di fecondazione assistita.
Stress nemico della fertilità
Nello studio si parla di infertilità organica, quella più grave. Ma lo stress, se è un’aggravante di uno stato biologico che impedisce la gravidanza, spesso lo è anche in chi ha tutte le carte in regola per avere un bambino, ha superato tutti i test medici, ma il figlio non arriva. Quando in una coppia il desiderio di un figlio non è esaudito, infatti, l’angoscia e la frustrazione generano un livello di stress notevole. Questo stato di ansia induce l’organismo a rilasciare cortisolo, l’ormone che interferisce con le altre sostanze biologiche responsabili della riproduzione. Così si innesca un meccanismo circolare che induce uno stato di sterilità. Tale blocco interviene a livello psico-neuro-endocrino-immunologico sulla funzione riproduttiva. Questa difficile condizione psicofisica rallenta anche le funzioni biologiche e queste, nella maggior parte dei casi, inibiscono il concepimento.
La neuropsicofonia
La relazione tra musica e fertilità femminile, rilassamento e miglioramento della respirazione sono i fondamenti del metodo terapeutico ideato da Adriano Formoso, chiamato neuropsicofonia: prevede l’utilizzo di musiche particolari eseguite dal terapeuta che intervengono sui traumi incarcerati nella memoria psichica. La terapia è efficace anche in condizioni di infertilità grave, come quella che richiede le tecniche di riproduzione assistita. Non le sostituisce, ma le rende più efficaci, liberando la coppia dal fattore ansia.
Risultati incoraggianti
Attraverso le terapie neuropsicofoniche 32 coppie hanno avuto una riduzione dello stress del 40% in soli 3 mesi. Questo ha permesso, in 14 di esse, di avere un bambino utilizzando una terapia che prevedeva solo l’ascolto di musica in cuffia di 30 minuti sia al mattino sia alla sera, senza stimolazioni ulteriori né terapie farmacologiche.