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Secondo un recente studio dell’Harvard School of Public Health di Boston, pubblicato sulla rivista “Fertility and Sterility” “mangiare a colori” aiuterebbe la fertilità maschile. Per stabilire l’effetto delle vitamine dei gruppi A, C ed E sulla qualità del liquido seminale, i ricercatori hanno esaminato più di 300 giovani con un’età media di 19 anni.
Sotto la lente il tipo di alimentazione
Dei 389 giovani universitari di New York coinvolti, solo 189 hanno risposto attivamente alla ricerca compilando un questionario in merito al tipo di alimentazione seguita e all’apporto calorico totale giornaliero. Per ognuno è stato anche analizzato un campione del seme maschile, misurando il volume dello sperma e la conta degli spermatozoi, oltre alla concentrazione, motilità e morfologia.
Mai senza carotenoidi
I primi risultati hanno mostrato che un’aumentata motilità è direttamente correlata a un maggiore contenuto di beta-carotene nella dieta, in particolare si è visto che la motilità degli spermatozoi era aumentata del 6.5% nei soggetti che seguivano una dieta ricca di carotenoidi (i pigmenti che danno il colore arancione agli alimenti che li contengono). Risultati simili si sono riscontrati in chi consumava alimenti ricchi di luteina come spinaci, insalata verde, porri e piselli. L’assunzione del licopene, un altro carotenoide contenuto soprattutto nei pomodori, migliorava, invece, la morfologia degli spermatozoi in una percentuale tra l’8% e il 10%.
Fertilità in calo per le nuove generazioni
Lo studio ha permesso di osservare, anche, che la qualità e la quantità dello sperma maschile è in netto calo in tutto l’Occidente, dato che il numero degli spermatozoi è calato, in media, di oltre la metà. Con serie conseguenze sulla fertilità. Ed è allarme infertilità anche in Italia: secondo gli ultimi dati dell’Istituto superiore di sanità, in circa il 35% delle coppie infertili, l’infertilità deriva da un fattore maschile.
Poca informazione
L’Università La Sapienza di Roma in collaborazione con il ministero della Salute ha condotto una ricerca su 10.000 ragazzi di 18-22 anni che ha dimostrato che i ragazzi italiani sono poco attenti e informati sui comportamenti che proteggono la loro fertilità. Lo studio ha permesso di osservare i comportamenti a rischio: uso occasionale di alcolici molto elevato (80%), elevato abuso di alcolici (30%), attrazione verso l’uso di droghe come marijuana/hashish, popper e cocaina (provate almeno una volta il 50% del campione), fumatore occasionale (56%) e fumatore abituale (38%). In media fumano 6.5 sigarette al giorno, ma il 30.8% dei ragazzi fuma più di 10 sigarette e il 23% ha iniziato prima dei 13 anni.
Comportamenti a rischio
Il Direttore della sezione di Fisiopatologia medica ed endocrinologia dell’Università La Sapienza di Roma Andrea Lenzi spiega che “i comportamenti a rischio acquisiti durante l’adolescenza hanno implicazioni sulla salute nell’età adulta in diversi ambiti”. E continua “Il calo di fertilità delle giovani generazioni è un problema sanitario emergente che colpisce oggi in Italia circa il 15% delle coppie che stanno cercando di avere un bambino”.