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Le donne che vanno in menopausa precoce invecchiano più velocemente. In particolare, è il loro cuore a essere a rischio. Lo stabilisce uno studio della University of California di San Francisco (Stati Uniti), che mette in correlazione il numero degli ovociti, e quindi la fertilità, di una donna con il rischio cardiovascolare e l’aspettativa di vita.
Importante scoperta
I ricercatori hanno scoperto che le donne con una conta di ovociti inferiore hanno un rischio più alto di sviluppare malattie cardiache. Hanno analizzato campioni di sangue di oltre 1.000 donne in età fertile e misurato la produzione di ovociti. Poi hanno stimato l’età biologica delle partecipanti valutando i telomeri, cioè le estremità dei cromosomi che proteggono dai danni al Dna e sono legati all’aspettativa di vita di una persona.
Il ruolo degli ormoni
Il motivo per cui le donne che vanno in menopausa precoce invecchiano più velocemente è essenzialmente di tipo ormonale. Durante la fertilità, la donna può contare su un fisiologico “ombrello protettivo” costituito dal suo patrimonio ormonale, che le fa da scudo contro diverse malattie, tra cui quelle cardiovascolari. Per questo fino ai 60 anni è meno a rischio di infarto e ictus rispetto ai coetanei maschi e anche la bilancia dei tassi di mortalità pende dalla parte degli uomini. Dopo l’ingresso in menopausa, questa protezione naturale crolla perché l’organismo non produce più estrogeni, e nel giro di 8-10 anni il genere femminile risulta ugualmente, se non di più, esposto al rischio cardiovascolare rispetto a quello maschile.
Tanti problemi
Dopo i 50, le donne ingrassano in media di 1 chilo all’anno, sale la pressione arteriosa, che tende a superare i valori soglia e cresce il girovita, uno dei parametri che definiscono la sindrome metabolica (uno dei fattori di rischio cardiovascolare). E siccome le donne che vanno in menopausa precoce invecchiano più velocemente, anche se l’età della menopausa non si può predire né modificare, è importante muoversi in un’ottica preventiva, agendo sui comportamenti alimentari, l’attività fisica (facendone almeno 180 minuti a settimana) e l’eliminazione del fumo.
Più attenzione alla dieta
È consigliabile: consumare pesce almeno due volte a settimana, limitare il consumo di sodio e grassi di origine animale – carne, burro e formaggi – , aumentare l’assunzione di fibre contenute in verdura, frutta e legumi e consumare ogni giorno non oltre 10 grammi di alcol, tra vino, birra e superalcolici.