Concepimento difficile con difetti dell’utero?

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo Pubblicato il 19/08/2022 Aggiornato il 19/08/2022

In certi casi quest'organo può variare nella forma e nella struttura, ma solo alcune situazioni possono creare difficoltà al buon andamento della gravidanza più che al concepimento. Vediamo caso per caso

donna con medico in vista di concepimento

Le malformazioni uterine vere e proprie non sono molto frequenti poiché riguardano l’1-2 per cento circa delle donne in età fertile. Possono causare qualche problema se si vuole diventare mamma, non perché ostacolino il concepimento, ma perché qualche volta impediscono lo sviluppo del feto ed espongono quindi al rischio di ripetute interruzioni spontanee di gravidanza. Possono essere affrontate con l’intervento chirurgico, che è quasi sempre risolutivo, oppure con il cerchiaggio per sostenere l’utero stesso e prevenire un parto prematuro. Ecco cosa può dare problemi di concepimento e cosa no.

Chi ha l’utero retroverso ha più difficoltà a rimanere incinta?

 L’utero retroverso è un’anomalia molto frequente (colpisce almeno tre donne su dieci) che non può essere nemmeno definita una malformazione. Si presenta quando l’utero, che normalmente è reclinato in avanti verso l’addome della donna, “cade” all’indietro, verso la schiena. Questa lieve anomalia si può trovare associata alla retroflessione uterina, che si presenta quando l’angolo tra il collo dell’utero e il corpo dell’organo è “aperto” verso la cavità sacrale.

Non servono cure
Questa anomalia può causare fastidio soprattutto durante il ciclo mestruale a causa della difficoltà da parte dell’utero a espellere la membrana uterina, l’organo si contrae più intensamente e questo può provocare dolori alla zona dei lombi e del sacro, fitte al basso ventre e mestruazioni più abbondanti.

Fortunatamente, l’utero retroverso o retroflesso non causa difficoltà di concepimento e non è un ostacolo al buon andamento della gravidanza. Se durante la visita ginecologica si scopre che si ha l’utero retroverso o retroflesso, non ci si deve preoccupare. Il ginecologo stesso rassicura sul fatto di poter diventare mamme con gestazioni assolutamente normali. Può essere invece necessario assumere analgesici più forti per alleviare i dolori durante il flusso mestruale.

Cosa comporta l’utero setto?

L’utero setto è la malformazione uterina maggiormente diffusa. Compare quando la cavità interna dell’utero è divisa in due parti da una membrana fibrosa detta “setto”. Questa si diparte dal fondo dell’utero e prosegue verso il collo.

Se il setto percorre l’intera cavità uterina è definito “totale” o “completo”, mentre si parla di “setto parziale” o “subsetto”, se la divisione della cavità uterina non è completa. Spesso non compare alcun sintomo in concomitanza con questo disturbo.

Secondo gli esperti, l’utero setto non incide sulla fertilità: la donna con questa anomalia, infatti, in genere non ha grosse difficoltà di concepimento. Questa malformazione però può ostacolare il regolare sviluppo del feto e causare quindi interruzioni spontanee di gravidanza.

Quando operare l’utero setto
L’utero setto si corregge con un intervento chirurgico che si chiama metroplastica. Si effettua in isteroscopia, vale a dire introducendo nella cavità uterina uno strumento, l’isteroscopio, che permette di visualizzare l’interno e consente la rimozione chirurgica della membrana. La procedura è poco invasiva e ben tollerata.

Nel caso in cui si sia rimaste incinte, per prevenire ogni rischio di può ricorrere al classico cerchiaggio e all’assunzione di farmaci che contrastano le contrazioni uterine. Il cerchiaggio ha lo scopo di tenere chiuso il collo dell’utero, evitando così l’espulsione del feto prima del tempo. Il tutto deve avvenire sotto controllo ginecologico.

Cosa comporta l’utero bicorne?

In questo caso l’utero, invece di avere la classica forma “a sacco”, con un’unica cavità, presenta una sorta di doppia cavità uterina. Questo si traduce, dal punto di vista anatomico, in un utero che appare con due corni arrotondati. La vagina, il collo uterino e gli altri organi genitali sono invece perfettamente normali.

L’utero bicorne non compromette la fertilità, ma può esporre al rischio di parti prematuri e, più raramente, di ripetute interruzioni spontanee di gravidanza. Questo tipo di utero, infatti, è poco elastico, quindi non riesce a dilatarsi assecondando l’aumento di volume determinato dall’ingrossamento del feto, con il procedere della gravidanza. In qualche caso può quindi verificarsi un aborto spontaneo oppure, se il bimbo riesce a crescere, un parto pretermine.

Può essere necessario intervenire
Se il ginecologo ha ragione di sospettare il rischio di parto prematuro, si può ricorrere a un cerchiaggio, vale a dire a un sostegno posto sotto il collo dell’utero. L’intervento di metroplastica, invece, viene eseguito solo in casi rarissimi, dopo che si sono verificate ripetute interruzioni spontanee di gravidanza.

Quali altri problemi si possono avere all’utero?

L’utero setto e bicorne sono già malformazioni rare, ma ne esistono altre che lo sono ancora di più.

L’utero didelfo
L’utero didelfo (o doppio) consiste nella presenza di due uteri completamente distinti, formati da due corni separati che proseguono in due cervici. Queste termina in una sola vagina o, più spesso, in una vagina doppia, formata da un’unica cavità che però è divisa da un setto in due canali paralleli. Talvolta sono doppie anche le tube e le ovaie. L’utero didelfo non espone a infertilità, ma rende possibile interruzioni di gravidanza e parti pretermine. L’unico rimedio consiste nel cerchiaggio di entrambe le cervici durante la gravidanza, per sostenere il peso del feto. Se il setto (cioè la “divisione in due parti”) è presente anche in vagina, si ricorre all’intervento chirurgico.

L’utero arcuato
L’utero arcuato o a sella è considerato una forma lieve di utero bicorne o di utero setto. Non causa alcun problema né al concepimento, né al buon andamento della gestazione.

 

 

 

 

 
 
 

In sintesi

Come capire se si ha un problema all’utero?

Un’anomalia uterina può essere scoperta con la visita ginecologica, oppure con l’ecografia addominale, una metodica che sfrutta gli ultrasuoni (onde sonore non percepibili dall’orecchio umano) per visualizzare gli organi interni del corpo. In caso di sospetto di anomalie, si può ricorrere all’ecografia tridimensionale. Anche questo esame si avvale dell’impiego degli ultrasuoni, ma questi vengono inviati da particolari angolazioni e, quando tornano all’apparecchio, sono rielaborati secondo un sistema computerizzato che permette di ottenere un’immagine realistica, in tre dimensioni, della struttura esaminata, all’interno e all’esterno.

A volte è necessario ricorrere a un’indagine interna più approfondita, che prevede l’inserimento attraverso la vagina di una sonda sottile che permette di visualizzare su un monitor la cavità interna dell’utero, evidenziando eventuali anomalie.

 

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

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