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Le difficoltà di concepimento possono essere sia organiche sia psicologiche. Secondo la definizione dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) una coppia si definisce infertile quando fallisce il concepimento dopo almeno 12 mesi di rapporti sessuali non protetti. E spesso la difficoltà sta proprio nel capire il perché.
Un problema mondiale
In molti Paesi del mondo, Italia compresa, si va registrando un sensibile aumento delle malattie della sfera riproduttiva maschile e femminile, non di rado legate a uno stile di vita scorretto e dannoso fin dalla prima adolescenza, che, insieme al procrastinare in età sempre più avanzata l’età della prima gravidanza, giustifica i sempre più diffusi problemi di fertilità.
L’età sempre più avanzata
L’Italia in Europa è tra i paesi dove l’età della donna al primo parto è più alta (32,1,) e ancora più alta è l’età delle donne quando cercano aiuto per problemi d’infertilità (36,6). La dottoressa Giuseppina Picconeri, ginecologa esperta in Riproduzione assistita, afferma che, se pensiamo che la finestra biologica di maggiore fertilità è tra i 20 e i 25 anni, ci possiamo rendere conto di quanto incidano i cambiamenti sociali, lo stile di vita e soprattutto la mancanza di una corretta informazione, sull’aumento della percentuale di coppie infertili e conseguentemente sulla possibilità di ottenere dei risultati positivi anche con l’aiuto della tecniche di Pma (Procreazione Medicalmente Assistita).
L’obesità non aiuta
Un peso corporeo fuori norma è nemico della fertilità sia maschile sia femminile: l’obesità o al contrario un forte sottopeso sono responsabili del 12% dei casi di infertilità. Nelle donne un aumento eccessivo di peso spesso è accompagnato da alterazioni ormonali tali da causare un’alterazione dell’ovulazione in termini sia di numero di cicli ovulatori sia di qualità degli ovociti con ripercussioni molto negative sulla capacità riproduttiva. Anche un’eccessiva magrezza, unita a un’estenuante pratica sportiva, può ugualmente deregolare il ciclo mestruale. Per gli uomini il problema riguarda un minor numero di spermatozoi, spesso anche più lenti del normale; inoltre l’obesità associata a diabete e problemi cardiovascolari può determinare disfunzione erettile.
L’endometriosi
La fertilità femminile può essere seriamente messa in pericolo da questo disturbo, dovuto a un’anomala presenza dell’endometrio, la mucosa che riveste internamente l’utero, al di fuori dello stesso: soffrono di endometriosi circa 3 milioni di donne e sterilità nel 30-35% di casi può causare sterilità.
Problemi psicologici e stress
Nonostante la medicina e la scienza possano rimediare a molti casi di infertilità, intervenendo con procedure e tecniche di procreazione medicalmente assistita, continuano a persistere le cosiddette sterilità psicogene, dovute a fattori psicologici ed emotivi. Ne sono un esempio quelle persone sterili che, trattate per molti anni senza successo, riescono a procreare dopo una psicoterapia o un’adozione. Anche lo stress influenza la capacità riproduttiva: determina un forte aumento dei livelli circolanti di cortisolo (il cosidetto ormone dello stress) che può favorire l’infertilità. I collegamenti ormai accertati tra stress, emozioni, ormoni e sistema immunitario consentono di affermare come, a forti stati di ansia e di depressione, corrispondano alterazioni, per quanto riguarda l’uomo del liquido spermatico e per la donna della funzione ovulatoria.