Argomenti trattati
L’inquinamento ha un impatto enorme sulla salute: si stima sia responsabile di più di un quarto delle morti e delle malattie nel mondo e non risparmia nemmeno la fertilità. A tornare sula relazione inquinamento e fertilità è uno studio italiano dell’Università di Modena e Reggio Emilia che mette in luce un legame tra inquinamento e riserva ovarica: maggiore è il primo, minore è la quantità di ovociti vitali presenti nelle ovaie.
L’analisi su 1.400 donne
I dati riguardano un campione di circa 1.400 donne provenienti dall’area di Modena. Gli scienziati hanno misurato i livelli dell’ormone anti-mulleriano (AMH) prodotto dai follicoli ovarici e ritenuto un marker della riserva ovarica. Hanno riscontrato che bassi livelli di questo ormone non influenzano la possibilità di avere un test di gravidanza positivo, ma le donne con livelli di AMH più bassi hanno una finestra riproduttiva più piccola. Nel caso delle donne che si sottopongono a fecondazione in vitro, tuttavia, bassi livelli di ormone anti-mulleriano determinano un minor recupero ovacitario e una minore disponibilità embrionale.
I risultati della ricerca
Nello studio i livelli dell’ormone sono stati collegati a quelli di alcuni inquinanti, come particolato (PM 2,5 e PM10) e diossido di azoto. I ricercatori hanno geolocalizzato i vari test sull’AMH, osservando eventuali correlazioni tra livelli dell’ormone e concentrazioni di inquinanti estrapolati indirettamente dagli indirizzi delle donne incluse nello studio. Hanno osservato che all’aumentare dei livelli di inquinanti diminuivano quelli dell’ormone: le donne con bassa riserva ovarica si trovano soprattutto nelle zone più inquinate. Se una donna vive nelle are con più inquinanti ha un rischio tre volte maggiore di avere una bassa riserva ovarica, concludono gli esperti.