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Il tema dell’infertilità maschile e femminile ha acquisito una notevole rilevanza, tanto è alta la sua frequenza: il problema ha varie sfumature e livelli di gravità e l’aumento dell’infertilità riguarda in gran parte l’uomo. Eppure, quando una coppia fatica ad avere un figlio, le pratiche mediche si concentrano sulla donna. Fino agli anni ‘70, tutto il peso sociale dell’infertilità era sulle spalle delle donne che a volte venivano addirittura operate per presunte cause di infertilità ancor prima di compiere esami sull’uomo.
Pochi controlli sull’uomo
Fortunatamente oggi le cose sono cambiate, eppure dei problemi che potrebbero riguardare l’uomo ci si occupa ancora poco. Nelle cliniche che curano questi problemi di infertilità ci sono soprattutto ginecologi e gli esami si concentrano sui possibili problemi femminili, limitando le analisi sull’uomo a uno o due esami sul numero e la motilità degli spermatozoi.
Attenzione alla salute generale
Secondo Giovanni Maria Colpi, direttore scientifico del dipartimento di andrologia e fertilizzazione in vitro della Clinica San Carlo di Paderno Dugnano, lo sbaglio maggiore sull’argomento è proprio questo: ci si occupa esclusivamente dei gameti più che dei problemi di salute generali della persona, problemi che possono contribuire a ridurre i tassi di fertilità, come un’infezione, oppure, banalmente, alcune condizioni di vita o relative all’ambiente di lavoro.
Spermatozoi in calo…
La fertilità maschile sta diminuendo: negli ultimi quarant’anni il numero medio di spermatozoi nel liquido seminale si è dimezzato. È stata anche abbassata l’asticella della normalità: prima si considerava nella norma uno sperma con 50 milioni di spermatozoi per millilitro. Poi si è passati a 20 e dal 2010 a 15 milioni. E tra questi la media degli spermatozoi buoni, che non hanno anomalie, sta scendendo e oggi è attorno al 15%.
… E con problemi
Servono esami più approfonditi, per capire ad esempio se il Dna degli spermatozoi è danneggiato, cosa che comprometterebbe la fecondazione. Secondo Colpi si stima che tra il 10 e il 25% dei soggetti ritenuti normali dagli esami seminali abbia in realtà anomalie anche gravi del Dna nei propri spermatozoi.
Così può capitare che un maschio considerato sano nasconda delle patologie non immediatamente riconoscibili, come un’infiammazione dei dotti seminali che magari si presenta senza sintomi. Solamente un esame più attento con medici con formazione andrologica specializzati nel riconoscere questi problemi e curarli, può evitare alle coppie di sottoporsi inutilmente a più cicli di fecondazione assistita, spesso senza risultati.