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Un bebè in provetta con ben tre genitori. Due mamme e un papà. Arriva dalla Gran Bretagna la notizia della messa a punto di un trattamento di fecondazione in vitro che prevede la “creazione” di un embrione che verrebbe alla luce con un patrimonio genetico che è un mix ottenuto da due donne e un uomo. Una tecnica che molti bioeticisti britannici hanno giudicato etica, in quanto idonea a prevenire malattie che provocherebbero nei bambini disturbi seri quando non metterebbero a repentaglio la loro stessa vita.
Per evitare malattie serie
L’obiettivo del trattamento è rimpiazzare i mitocondri difettosi nei bebè in provetta. Queste piccole centrali energetiche del corpo (presenti a migliaia nelle cellule) sono dotate di un proprio materiale genetico, il Dna mitocondriale, che a volte può essere “difettoso”: solo nel Regno Unito un neonato su 6.500 nasce con una malattia mitocondriale, che può causare debolezza muscolare, cecità, arresti cardiaci. I mitocondri sono trasmessi solo dalla mamma al bebè. La “fecondazione in vitro a 3” prende le informazioni genetiche di base dalla mamma e dal papà, come da prassi, ma le mette in un ovulo che contiene mitocondri sani, donato da un’altra donna. Questo significa che il bimbo in provetta avrà uno 0,1 per cento di materiale genetico proveniente da un’altra donatrice.
Non mancano le polemiche
In attesa che sul bebè in provetta da 3 genitori si pronunci ufficialmente il Governo inglese, non mancano però le polemiche. Come spesso accade quando si tratta di questi temi così delicati, il mondo scientifico e l’opinione pubblica si sono spaccati. David King, direttore dell’Human Genetics Alert, per esempio, considera la tecnica proposta inutile e molto pericolosa perché “creerebbe un precedente e aprirebbe la strada al design di bambini geneticamente modificati”. In ogni caso, a settembre la Human Fertilisation and Embryology Authority avvierà una consultazione pubblica della quale renderà noti i risultati il prossimo anno.