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L’ inquinamento ambientale modifica i caratteri sessuali e la fertilità degli uomini: più alti, con le braccia lunghe, meno fertili e più “femminili”. Uno studio dell’università di Padova segnala l’aumento dell’altezza, la riduzione del volume dei testicoli e del numero degli spermatozoi e una ridotta androgenizzazione nei giovani maschi, che possiamo definire “mutanti”.
Colpa degli interferenti endocrini
Eseguito dai ricercatori della Unità di andrologia e medicina della riproduzione dell’Università di Padova, lo studio evidenzia come l’ambiente si stia progressivamente arricchendo di prodotti inquinanti, principalmente di plastica e dei suoi prodotti di degradazione: gli interferenti endocrini, sostanze in grado di interferire con la normale azione ormonale, portando a effetti avversi sulla salute. Contengono, infatti, agenti chimici che svolgono un’azione simil-estrogenica e, secondo recenti ipotesi, aumenterebbero l’incidenza di patologie andrologiche osservata negli ultimi 20 anni. L’uomo e gli animali possono essere esposti, tramite le acque, l’alimentazione e altre fonti, a un’ampia gamma di queste sostanze: a questi composti si attribuisce il documentato declino della produzione di spermatozoi negli ultimi anni. Gli autori hanno così concluso che l’inquinamento ambientale modifica i caratteri sessuali e la fertilità degli uomini.
Evidenze già negli adolescenti
Oltre alla riduzione della produzione degli spermatozoi, si osserva una variazione delle strutture corporee che sono indice di un alterato equilibrio degli ormoni testicolari, che può svilupparsi nella fase embrionale o nella fase adolescenziale. Questi giovani, spiegano gli esperti, hanno una maggiore lunghezza degli arti rispetto al tronco, una riduzione del volume del testicolo e una riduzione della lunghezza del pene (-0.9 cm) rispetto a precedenti osservazioni.
Un test sui ventenni
Per dimostrare che l’ inquinamento ambientale modifica i caratteri sessuali e la fertilità degli uomini, i ricercatori di Padova riporteranno ulteriori risultati a sostegno di questa ipotesi, in particolare la misurazione della distanza ano-genitale (indice di precoce alterazione della funzionalità testicolare) in 311 ventenni, visitati all’interno di un progetto di screening: l’accorciamento di questa distanza esprime una ridotta attività degli ormoni testicolari in fase embrionale e durante lo sviluppo adolescenziale.