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Nella maggior parte dei casi, le difficoltà di concepimento di una coppia dipendono da una problematica femminile, in primis da un’età piuttosto avanzata. Questo non significa, però, che gli uomini non contribuiscano in qualche modo. Anzi, bisogna sapere che da qualche anno l’infertilità maschile sta aumentando a dismisura. Basti pensare che la concentrazione media degli spermatozoi è diminuita del 15% dall’inizio del 2000 a oggi. A rivelarlo un recente studio condotto da un team di ricercatori danesi, presentato all’ultimo congresso Eshre (European Society of Human Reproduction Embryology).
L’importanza della qualità degli spermatozoi
Gli spermatozoi sono le cellule riproduttive maschili. Dalla loro quantità, qualità e motilità dipende il potenziale fertile di un uomo. Per questo, negli ultimi anni essi sono stati oggetto di numerose ricerche. Stando allo studio danese solo in un uomo su quattro gli spermatozoi hanno una qualità ottima, idonea alla procreazione. Nel 20-30% dei casi la loro qualità è discreta, ossia sufficiente per garantire il concepimento, ma in tempi più lunghi rispetto a quelli medi. Ma c’è una percentuale considerevole di uomini, pari al 10-15%, in cui la qualità è appena sufficiente e potrebbe dunque associarsi a infertilità maschile.
Un parametro importante
I dati emersi dalla ricerca sono confermati anche da un’analisi condotta dal centro per la fertilità ProCrea di Lugano, secondo cui quattro uomini su dieci avrebbero una qualità del seme bassa e, perciò, potrebbero non riuscire facilmente ad avere un bambino o addirittura presentare problematiche di infertilità maschile. “Secondo gli standard dell’Organizzazione mondiale della sanità la concentrazione normale degli spermatozoi è di 15 milioni per millilitro; al di sotto di questa soglia si inizia a parlare di oligospermia, quindi di possibili problemi nell’arrivare a una gravidanza” spiegano gli esperti.
Alla base tante cause diverse
Ma da cosa dipende la qualità degli spermatozoi? Gli elementi in gioco sono molti. Sicuramente un ruolo molto importante è rappresentato dai fattori ambientali, specialmente sostanze inquinanti e chimiche, che possono influire negativamente sul seme maschile. “Viviamo oggi in ambienti decisamente più inquinati e, rispetto a qualche decennio fa, siamo soggetti più facilmente a venire a contatto con sostanze chimiche dannose. Alcune plastiche, pesticidi e nitrati sono i cosiddetti perturbatori endocrini che possono provocare dei disturbi della fertilità” confermano gli esperti.
Il ruolo dello stile di vita
Un’altra minaccia alla fertilità maschile arriva dai rapporti sessuali promiscui. Avere relazioni intime con più partner, infatti, aumenta il rischio di infezioni sessuali, che possono compromettere la qualità degli spermatozoi. Cattive abitudini di vita, come il fumo, la sedentarietà e la dieta scorretta, non fanno altri che peggiorare il tutto.