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A risolvere diversi problemi di infertilità maschile potrebbero servire i risultati di una ricerca americana secondo cui molti casi dipenderebbero dalla mancanza di quella che è stata definita la “proteina della fertilità”. Si tratta di un gene, il CHD5, che è responsabile del rimodellamento della cromatina del Dna durante lo sviluppo degli spermatozoi. A scoprire la proteina utile per l’infertilità maschile è stato un gruppo di scienziati del Cold Spring Harbor Laboratory, negli Usa. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Nature Communications.
Riduzione del numero e qualità degli spermatozoi
Un team di ricercatori guidato dalla professoressa Alea Mills ha verificato che, rimuovendo entrambe le copie del gene CHD5 dai topi maschi, questi soffrivano di gravi forme di infertilità maschile, dovute soprattutto a una significativa riduzione del numero degli spermatozoi, diminuzione della motilità, ma soprattutto alterazione della forma. L’anomalia risiedeva proprio nella testa dello spermatozoo dove avviene l’”impacchettamento” del Dna che invece, in questi casi, risultava frammentato e la doppia elica del genoma danneggiata in molti punti. Gli spermatozoi non erano più in grado di fecondare l’ovulo del topo femmina nemmeno in vitro.
Il ruolo chiave del CHD5 nella fertilità
Il team sta adesso studiando il ruolo della proteina CHD5 nella fertilità umana, analizzando i livelli di CHD5 sui test effettuati su uomini con problemi di fertilità. I test hanno riscontrato che gli uomini con i problemi più gravi presentavano i più bassi livelli di CHD5. Alea Mills, responsabile della ricerca, ha dichiarato che la comprensione di questo meccanismo potrà aprire la strada per ripristinare la proteina della fertilità e nello stesso tempo ridurre i casi di infertilità maschile.