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La sterilità e l’infertilità maschile vanno combattute prima possibile, senza perdere tempo. Per questo, sotto l’egida del ministero della Salute, sono state varate due iniziative: una è la campagna di prevenzione “Amico Andrologo”, l’altra è la campagna “Androlife” per sensibilizzare i ragazzi verso una maggiore attenzione alla salute del loro apparato sessuale e riproduttivo.
Obiettivo: dimezzare il numero degli uomini sterili
Secondo Andrea Lenzi, presidente della Società italiana di endocrinologia (Sie), se si facesse una seria prevenzione in una generazione si potrebbe abbattere di oltre il 50% l’infertilità maschile. Le cause dell’infertilità si manifestano fin dalla prima infanzia e, secondo i dati diffusi dalla Società italiana di pediatria, un terzo dei bambini presenta condizioni o comportamenti a rischio che potrebbero in futuro impedirgli di diventare padre.
Prevenzione e diagnosi precoce
Il “Piano nazionale per la fertilità”, presentato dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, si propone di informare i cittadini sul ruolo della fertilità, sulla sua durata e su come proteggerla evitando comportamenti a rischio. Ma non solo. Il secondo obiettivo è fornire assistenza qualificata promuovendo interventi di prevenzione e diagnosi precoce per curare la malattie dell’apparato riproduttivo.
Anche a scuola
La prevenzione in ambito scolastico, ad esempio, costituisce l’elemento più importante. Oramai si è messo in luce come ci siano malattie che insidiano la fertilità, come malattie sessualmente trasmesse, obesità, eccesso di alcol e consumo di sigarette. Il problema è che non sono abbastanza conosciute dalla popolazione. La scuola è l’ambiente ideale per informare i bambini, i ragazzi e i loro genitori.
Tanti problemi a concepire
In Italia il 20% circa delle coppie ha difficoltà a procreare per vie naturali, mentre solo 20 anni fa la percentuale era pari alla metà. E le cifre potrebbero aumentare ancora. Anche negli uomini continuano ad aumentare i problemi di sterilità- L’80% delle patologie andrologiche nell’adulto si sviluppano nell’infanzia o nell’adolescenza, ma almeno la metà si potrebbe prevenire.