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Lo stress può ridurre la fertilità femminile. Una ricerca condotta all’università di Berkeley (Stati Uniti) ha ipotizzato che ciò sia dovuto all’azione di un ormone chiamato RFRP3, prodotto nel cervello: in situazioni di stress elevato, “disattiva” il sistema riproduttivo, impedendo alla donna di concepire.
Un problema in continuo aumento
Oggi in Italia l’infertilità, sia femminile sia maschile, è in aumento. Le variabili più importanti sono:
– per la donna: l’età,
– per l’uomo: alcune condizioni di lavoro e l’esposizione prolungata allo smog del traffico urbano,
– per entrambi i sessi: il fumo, l’alcol, il sovrappeso, le infezioni sessualmente trasmissibili, l’assunzione di alcuni farmaci, lo sport intensivo o agonistico.
Anche traumi e dispiaceri
Per quanto riguarda il fattore emotivo e psicologico, è risaputo che lo stress può ridurre la fertilità di una donna: traumi, dispiaceri e tensioni prolungate portano ad alterazioni del ciclo mestruale, facendo saltare o ritardare l’ovulazione. Esiste poi uno “stress da concepimento”, scatenato dall’obbligo di concentrare l’attività sessuale nei giorni centrali del ciclo femminile: può causare nell’uomo difficoltà di erezione e/o eiaculazione. L’ansia di restare incinta può portare la coppia a un livello di esaurimento e frustrazione tale da limitare la quantità dei rapporti. Lo stress può ridurre la fertilità di una donna, ma anche di un uomo: influisce sulla libido, sulle prestazioni sessuali, sul livello di testosterone maschile e sulla produzione di spermatozoi.
Lo studio in laboratorio
Ora questo studio potrebbe far luce sui meccanismi ormonali alla base dell’infertilità da stress. Il lavoro è stato effettuato su topi femmina messi sotto pressione per diverse ore al giorno per alcune settimane: le cavie stressate sono risultate meno interessate all’accoppiamento e, quando sono rimaste incinte, hanno avuto più rischi di aborto spontaneo. Le probabilità di dare alla luce dei figli sono diminuite di un quarto. Monitorando nel tempo i livelli di ormone RFRP3, si è notato che questi restavano elevati, nonostante la vita degli animali fosse tornata alla normalità. Questo a dimostrazione del fatto che lo stress influisce sull’organismo anche a lungo termine. Ora i ricercatori sono impegnati nello sviluppo di una pillola capace di abbassare i livelli di RFRP3 nell’essere umano, in modo da aumentare il tasso di fertilità e favorire il concepimento.