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Rappresentano una condizione molto comune e, fortunatamente, quasi sempre benigna. Ma questo non significa che i fibromi dell’utero non siano problematici. Possono causare una serie di conseguenze importanti e possono anche compromettere la fertilità della donna. Per questo, in molti casi devono essere asportati. Oggi c’è una nuova tecnica per eliminarli: l’enucleazione con ansa fredda.
Formazioni benigne
I fibromi uterini, detti anche miomi, sono formazioni benigne di aspetto tondeggiante e dimensioni molto variabili che si sviluppano nel corpo dell’utero. Nella maggior parte dei casi si tratta di formazioni multiple. Secondo le statistiche, circa tre donne su quattro sviluppano uno o più fibromi dell’utero nel corso della propria vita, tanto che l’incidenza di questa problematica varia dal 5,4% al 77%, a seconda delle fasce di età. In Italia, si stima che ne soffra circa il 25% delle donne.
Possono causare infertilità
In circa la metà delle donne i fibromi non causano disturbi di alcun tipo. Quando si manifestano, però, i sintomi possono avere un impatto negativo sulla qualità della vita e causare forte stress. I più comuni? Flusso mestruale abbondante o prolungato oppure perdite di sangue al di fuori delle mestruazioni; dolore e compressione pelvica; alterazioni della minzione e dell’evacuazione; anemia. Ma non solo. “Tra le complicanze è sempre più frequente l’evidenza che i miomi possano avere un impatto negativo sulla fertilità e interferire con il desiderio. Infatti, la presenza del fibroma altera la regolare anatomia e funzionalità dell’utero, andando ad agire negativamente nelle fasi di concepimento e impianto della gravidanza” ha spiegato Ivano Mazzon, Direttore del Centro di endoscopia ginecologica Arbor Vitae.
La nuova tecnica chirurgica
In genere, quando i fibromi sono sintomatici, riguardano donne giovani o interferiscono con la fertilità, vanno trattati. In alcuni casi, può bastare una cura farmacologica, a base di molecole in grado di tenere sotto controllo una o più manifestazioni della malattia. Spesso, però è necessario l’intervento chirurgico di asportazione, preceduto o meno da terapie farmacologiche preparatorie, in grado sia di ridurre le dimensioni dei fibromi sia di limitare i sanguinamenti. La nuova frontiera chirurgica è rappresentata dalla tecnica isteroscopica di “enucleazione con ansa fredda”, che si avvale dell’uso di uno strumento meccanico che non genera calore. In questo modo si riduce il rischio di complicanze, come la perforazione, le aderenze, le formazioni cicatriziali all’interno dell’utero. Lo svolgimento è molto semplice: in sedazione, si introducono attraverso la vagina una telecamera ultra-sofisticata, collegata a uno strumento sottile (l’isteroscopio), che permette di vedere l’interno dell’utero, e gli strumenti miniaturizzati per asportare il fibroma. Il medico opera sulla base delle immagini trasmesse su un monitor esterno.