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La fertilità maschile è al centro di numerosi studi e, da sempre, indagata attraverso l’utilizzo di differenti mezzi. Ora, un recente studio ha evidenziato l’utilità dell’analisi dello sperma di coccodrillo per stabilire nuove cause (e cure) in caso di problemi di fertilità maschile.
Spermatozoi simili
Questa singolare ricerca è stata condotta da un gruppo di scienziati australiani. Questi ultimi hanno analizzato lo sperma di coccodrilli marini, stabilendone l’utilità nello studio della fertilità maschile. Nello sperma di coccodrillo, infatti, vi sarebbero spermatozoi molto simili a quelli umani e in grado di riconoscere l’ovulo, proprio come fanno questi ultimi. Tali analogie hanno aperto la porta a nuove considerazioni e anche a nuove speranze in merito all’infertilità maschile e alle sue cure.
Come si è svolta la ricerca
Lo sperma di coccodrillo, quindi, può diventare un perfetto terreno di studio per comprendere le funzioni base dello sperma e applicare, poi, queste scoperte allo studio dello sperma umano. Nel caso specifico di questa ricerca, gli studiosi hanno prelevato lo sperma di diverse specie di coccodrilli e l’hanno inoculato nell’apparato riproduttivo femminile, ottenendo la scoperta di una sorta di interruttore presente nelle femmine che attiverebbe la produzione di proteine.
Cause di infertilità maschile
Il problema evidenziato da questo studio è che, spesso, vengono considerati sani spermatozoi che, invece, non sono in grado di “nuotare” e neppure di riconoscere l’ovulo avendone quindi la possibilità di fecondarlo. La maggior parte delle volte, dunque, pare proprio che l’infertilità maschile sia causata da difetti specifici dello sperma.
Non solo mammiferi
Fino a ora, per studiare le cause di infertilità maschile, i ricercatori si sono focalizzati sull’analisi dello sperma dei mammiferi. Invece, questo caso scientifico rivoluziona l’intero modo di approcciarsi alla questione. Infatti, lo sperma dei coccodrilli marini si è rivelato assolutamente simile a quello dei mammiferi e, dunque, anche a quello umano. Questa possibilità amplifica l’area di ricerca e, al contempo, le possibilità di trovare cure più efficaci.