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Sarà la prevenzione la vera svolta alla quale puntano gli endocrinologi per avere in futuro giovani generazioni sane. Sono gli ormoni, le molecole della vita, a decidere il nostro destino, quanto a salute e benessere. Lo stile di vita conta così come la sana alimentazione, necessaria per la sintesi ormonale, che interferisce in modo palese sul buon funzionamento del sistema endocrino, quell’intricato insieme di ghiandole e sostanze ormonali che influenzano tutte le funzioni dell’organismo. Molti studi si stanno, quindi, si stanno focalizzando sugli effetti negativi in relazione alla fertilità di alcuni stili di vita dannosi, come per esempio l’uso di fumo, alcol, sostanze stupefacenti.
Il sistema riproduttivo e gli ormoni
Il sistema riproduttivo è regolato dagli ormoni e dunque particolarmente vulnerabile alle interferenze endocrine. In diversi casi l’infertilità è, infatti, da ricondurre a endocrinopatie. Tra queste, nelle donne, l’ovaio policistico, l’amenorrea da stress, l’iperprolattinemia, il diabete, i distiroidismi e l’eccesso di glucocorticoidi. Negli uomini, le disfunzioni testicolari associate a carenza di gonadotropine o all’alterazione nei livelli di prolattina e di cortisolo, l’ipertiroidismo e il diabete.
Obesità
Andrea Lenzi, direttore del dipartimento di Endocrinologia dell’università “La Sapienza” di Roma e presidente della Società italiana di endocrinologia, ha sottolineato che minacce alla vita riproduttiva vengono anche dal seguire una cattiva alimentazione, così come dall’obesità. Il tessuto adiposo, contrariamente a quanto si riteneva in passato, oggi è considerato un organo endocrino a tutti gli effetti, poichè capace di produrre ormoni e di interagire con altri organi endocrini. L’obesità è, dunque, uno di quei fattori modificabili capaci di influenzare la fertilità in entrambi i sessi. Nella donna si associa ad alterazioni del ciclo mestruale, aumentato rischio di aborti e di complicanze di natura ginecologica; nell’uomo, invece, l’obesità e il sovrappeso determinano un innalzamento della temperatura fisiologica dei testicoli, oltre che uno squilibrio degli ormoni sessuali, che comporta conseguenze negative sulla spermatogenesi.
L’importanza della multidisciplinarietà
Sempre nell’ambito dei programmi di prevenzione della fertilità, si sta rivelando particolarmente importante la sinergia tra la ricerca scientifica e la multidisciplinarietà che ha permesso di raggiungere traguardi impensabili solo fino a qualche anno fa. A questo proposito, per esempio, esistono le tecniche di crioconservazione del seme e degli ovociti. Con queste procedure si possono mantenere in uno stato quiescente e per un tempo indefinito le cellule e i tessuti prelevati da pazienti con gravi patologie, quali per esempio quelle neoplastiche, che portano a sterilità permanente o temporanea. La neoplasia può indurre sia effetti diretti, causati dalla patologia stessa, che indiretti, determinati dagli effetti negativi derivanti dai trattamenti (per esempio radio e chemioterapie), sulla gametotogenesi maschile e femminile. Quindi, la crioconservazione rappresenta oggi la possibilità di preservare la fertilità per quei pazienti che in passato sarebbero stati inesorabilmente condannati alla sterilità.