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Ogni donna ha i suoi giorni fertili, che dipendono da diversi fattori come, per esempio, la durata del ciclo mensile. Con l’aiuto del ginecologo, è possibile individuarli per sapere quando avere un rapporto e possibilmente dare inizio alla gravidanza. Conoscere i giorni fertili può servire anche per il motivo opposto, ossia sapere quando utilizzare un eventuale contraccettivo di barriera o evitare i rapporti sessuali, se non si desidera restare incinta.
“In realtà, è un metodo non affidabile, come è stato dimostrato da diverse evidenze” avverte la professoressa Stefania Piloni, ginecologa e docente universitaria. “Meglio quindi evitare di basarsi sul calcolo dei giorni fertili come contraccettivo”. Ma esiste un giorno più fertile in assoluto per rimanere incinta? Vediamo se è possibile e come si può sapere quando la propria fertilità è più elevata.
Esiste un giorno più fertile in assoluto per rimanere incinta?
Teoricamente sì, esiste ed è il giorno in cui si compie il percorso dell’ovocita dal momento in cui, maturo, è rilasciato dal follicolo, fino a quando giunge nell’utero. Questo è il periodo dell’ovulazione ed è in questo giorno che le probabilità di dare inizio a una gravidanza, sono maggiori. La durata di questo “viaggio” è di 12-24 ore ed è effettivamente solo in questa finestra che una donna è fertile. Di conseguenza i giorni fertili si riducono di fatto a uno solo o anche a meno.
Quanti giorni fertili ci sono al mese
Il periodo in cui è possibile restare incinta, invece, è più lungo e può arrivare anche a quattro-cinque giorni al mese.
“Questo succede perché gli spermatozoi hanno la possibilità di vivere a lungo nelle vie genitali femminili e possono quindi incontrare un ovocita maturo nella tuba, appena rilasciato dal follicolo, anche se il rapporto sessuale è avvenuto prima, per esempio all’11° giorno del ciclo” aggiunge la ginecologa. “Di conseguenza, se si cerca una gravidanza, sarebbe consigliabile avere rapporti sessuali già nei giorni precedenti l’ovulazione, fino all’ovulazione stessa. L’ideale sembra essere a giorni alterni, anche per dare modo al liquido seminale di ricostituirsi con spermatozoi attivi e vitali”.
Come si calcolano i giorni fertili
Per calcolare i giorni fertili, si deve partire dal presupposto che, in media, il ciclo mestruale ha una durata di 28 giorni. È però assolutamente normale avere anche cicli di 21-22 giorni, quindi brevi, oppure più lunghi, di 34-35 giorni.
Con ciclo non si intende il flusso mestruale (anche se oggi queste due parole vengono utilizzate spesso come equivalenti), bensì il periodo che intercorre dal primo giorno di una mestruazione, al giorno che precede l’inizio della mestruazione successiva.
Il ciclo mensile si inizia a contare dal primo giorno della mestruazione. Conoscere le fasi che caratterizzano il ciclo mestruale è importante per sapere quali sono i giorni fertili. Questi coincidono con il momento dell’ovulazione: quando la cellula uovo o ovocita maturo viene rilasciato dal follicolo ovarico e inizia un percorso lungo una delle due tube di Falloppio (destra o sinistra a seconda dell’ovaio che l’ha prodotto) prima di giungere nell’utero.
Questo “viaggio” ha inizio 14 giorni prima dell’inizio del ciclo, cioè della mestruazione successiva. Di conseguenza:
- se una donna ha un ciclo regolare, di 28 giorni, l’ovulazione sarà al 14° giorno del ciclo (28-14=14);
- se il ciclo è breve, per esempio di 21 giorni, l’ovulazione sarà al 7° giorno del ciclo (21-14=7);
- se la donna ha cicli lunghi, per esempio 34 giorni, l’ovulazione sarà al 20° giorno (34-14=20).
I segnali e come accorgersene
Non sempre, però, è possibile che una donna sappia con certezza quali sono i suoi giorni fertili. Qualcuna ha infatti cicli irregolari, con mestruazioni che si presentano ora ogni 24 giorni, ora ogni 31, ora ogni 27 e così via. Di conseguenza, non sapendo quando comparirà il successivo flusso, è difficile fare il calcolo che permetta di individuare il giorno dell’ovulazione. Inoltre ci sono alcuni fattori che possono interferire con la regolarità dell’ovulazione, anche in donne che hanno sempre avuto cicli regolari. Possono per esempio interferire:
- un calo di peso o al contrario un aumento, che influisce con il livello di ormoni estrogeni che regolano l’ovulazione;
- una dieta scorretta, una malattia o qualsiasi evento che causi uno stress all’organismo (il cortisolo interferisce con i livelli ormonali);
- l’assunzione di farmaci.
In questi casi è possibile ricorrere ad altri sistemi per capire quali sono i propri giorni fertili.
La temperatura basale
Questo è un sistema in uso da tempo e consiste nel misurare con un termometro la temperatura dell’ambiente vaginale. Questa si alza di circa 0,2-0,5 gradi nel giorno immediatamente successivo all’ovulazione. Si tratta di una misurazione “a posteriori”, dopo i giorni fertili. Di conseguenza la si può misurare per qualche mese per riuscire a individuare con relativa precisione in quale periodo cade la propria fase ovulatoria. “Si tratta di un metodo non amatissimo, perché prevede una certa costanza e l’impiego di un termometro particolare” spiega la professoressa Piloni.
L’osservazione del muco cervicale
Nei giorni precedenti l’ovulazione, fino all’ovulazione stessa, il muco prodotto dalla cervice uterina si modifica e assume un aspetto trasparente e filamentoso, simili al bianco d’uovo. Questo muco ha la funzione di favorire la risalita degli spermatozoi ed è un evidente segnale di ovulazione.
L’ovulazione dolorosa
Alcune donne si accorgono di avere l’ovulazione per dolori simili a quelli mestruali, più lievi, che compaiono a destra o a sinistra dell’addome in corrispondenza dell’ovaio che ha rilasciato l’ovocita. Non tutte le donne hanno questa manifestazione che è comunque più frequente in chi ha già avuto un bambino.
Il test di ovulazione
Più validi sono i test di ovulazione sulle urine che si possono acquistare in farmacia. Si tratta di appositi stick che registrano il livello di Lh, ossia di ormone luteinizzante che viene prodotto dall’organismo femminile in quantità più elevate proprio in coincidenza dell’ovulazione. Si utilizzano come il test di gravidanza, ossia bagnando di qualche goccia di urina l’estremità dello stick che è costituito in materiale assorbente. Compare sempre una prima linea in una finestrella, se compare anche la seconda linea significa che il livello di ormone Lh è abbastanza elevato e che quindi sta per avere luogo l’ovulazione.
L’ecografia pelvica
Il ginecologo eseguendo ecografia pelvica può controllare che l’ovocita maturo è stato effettivamente rilasciato dal follicolo, segno di ovulazione
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