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La vitalità, motilità e struttura degli spermatozoi sono tre parametri indicativi del profilo di fertilità maschile. Per questo, vengono sempre esaminati prima del ricorso alle tecniche di fecondazione assistita. In futuro, questa analisi potrebbe essere ancora più semplice e dettagliata. Merito di un nuovo strumento, la cui efficacia e validità sono state testate in un recente studio condotto da un team di ricercatori britannici e italiani, rispettivamente del Rowland Institute di Harvard di Cambridge (Massachusetts) e del Centro di fecondazione assistita di Napoli, pubblicato sulla rivista Biomedical Optics Express.
Un nuovo strumento
Il nuovo strumento è un sistema di tracciamento che promette di analizzare la motilità e la morfologia 3-D degli spermatozoi e, quindi, di raccogliere informazioni sulla fertilità maschile. È il risultato di una ricerca svolta dagli Istituti nazionale di ottica e per la microelettronica e microsistemi dell’Istituto nazionale di ottica (Ino-Cnr) e Istituto per la microelettronica e microsistemi (Imm-Cnr).
Quali vantaggi
I sistemi di analisi di motilità degli spermatozoi disponibili al momento esaminano immagini bidimensionali delle cellule maschili. Di conseguenza “non forniscono una informazione completa sul reale e naturale ambiente nel quale si muovono le cellule. La concentrazione e la mobilità degli spermatozoi sono lasciate a valutazioni visuali soggettive o a processi di analisi al computer sempre bidimensionali” ha spiegato Giuseppe Di Caprio, ricercatore Imm-Cnr, attualmente presso il Rowland Institute. La nuova tecnologia, invece, consente di osservare come gli spermatozoi si muovono nello spazio tridimensionale e, contemporaneamente, di valutarne la forma o la struttura. Ecco perché risulta più efficace nello studio della fertilità maschile. “Gli ologrammi sono registrati con luce laser a potenze tali da evitare danni alle cellule e senza la necessità di marcarli con composti fluorescenti” ha aggiunto l’esperto.