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Negli ultimi dieci anni la fertilità maschile è osservata speciale. Il problema è sia quantitativo sia qualitativo: sono, infatti, diversi gli studi condotti recentemente che mettono in evidenza, oltre alla diminuzione del numero degli spermatozoi contenuti nel liquido seminale, anche un decadimento della qualità del seme maschile.
Riduzione della fertilità
Come spiega Ermanno Greco, direttore del Centro per la medicina riproduttiva dell’European Hospital di Roma, “da una parte abbiamo valori dello sperma che scendono, e dall’altra un aumento delle malformazioni: in un’analisi condotta su diecimila liquidi seminali abbiamo registrato il 50% di malformazioni, con un aumento del 30% negli ultimi dieci anni, e una riduzione della fertilità maschile del 50%”. In particolare dallo studio condotto dall’European Hospital emerge l’aumento di una malattia relativa alla conformazione della testa dello spermatozoo, “un parametro critico – spiega Greco – perché condiziona la capacità di penetrare e fecondare l’uovo”, riducendo le possibilità di ottenere una gravidanza naturale.
Infezioni e inquinamento
All’origine del peggioramento delle caratteristiche qualitative e quantitative del seme maschile ci sono fattori ambientali come l’inquinamento atmosferico e l’aumento delle temperature, oltre a diverse condizioni mediche come il varicocele e le prostatiti che, se trascurate, determinano alterazioni irreversibili: ecco perché – conclude l’esperto – è fondamentale che nel campo della fertilità maschile la popolazione venga sensibilizzata alla prevenzione.