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La regione più virtuosa in assoluto è la Valle D’Aosta. Le situazioni più critiche, invece, si registrano in Calabria e in Veneto. Non è vero, dunque, che tutte le coppie italiane con problemi di fertilità hanno gli stessi diritti. Infatti, i tempi per accedere alla fecondazione assistita cambiano a seconda della regione, con uno scarto che in alcuni casi supera addirittura l’anno e che può pregiudicare seriamente le chance di riuscire a ottenere una gravidanza. È la fotografia che emerge da un’indagine realizzata da un gruppo di studenti della Facoltà di Medicina dell’Università La Sapienza di Roma all’interno dei principali centri di sterilità pubblici in Italia, che aveva l’obiettivo di indagare il livello di assistenza e i tempi di accesso per l’esecuzione di una tecnica di procreazione medicalmente assistita (Pma) di secondo livello nel nostro Paese.
Al Nord si aspettano almeno tre mesi
Per quanto riguarda il Nord, i tempi media di attesa sono di tre mesi per la prima visita e di cinque mesi per essere sottoposti a una delle varie procedure di fecondazione assistita. Le coppie più fortunate sono quelle che decidono di rivolgersi ai centri della Valle D’Aosta: infatti, devono aspettare solo due mesi per la prima visita e nemmeno un giorno per ricevere le cure necessarie. La situazione è decisamente più complicata nel Veneto, dove i tempi si dilatano moltissimo: per la prima visita bisogna attendere 15 mesi. Non è molto virtuosa nemmeno la Liguria, con 12 mesi di lista di attesa.
Al Centro “vince” l’Umbria
Per quanto riguarda il centro Italia, la regione più “veloce” sul fronte della fecondazione assistita è l’Umbria: nell’unico centro pubblico di Pma bisogna attendere solo un mese per essere sottoposti ai controlli iniziali e sei mesi per procedere con le tecniche di procreazione assistita di secondo livello. Bene anche la Toscana, che garantisce la prima visita dopo tre mesi di attesa e che in due centri su tre non ha liste d’attesa per i trattamenti veri e propri. Promossa poi l’Emilia Romagna: ci vogliono soli tre mesi sia per aver accesso alla prima visita sia per iniziare il percorso di cura. Rimandato, invece, il Lazio: è vero che si deve attendere solo un mese per la prima visita, ma poi ne trascorrono 10 prima di iniziare le terapie. Fra l’altro non in tutti i centri pubblici si effettuano le tecniche di secondo livello. Unica eccezione il centro di sterilità dell’ospedale romano Sandro Pertini, dove non ci sono liste di attesa per iniziare le metodiche di secondo livello.
La situazione al Sud
Anche al Sud la situazione è abbastanza eterogenea. In Basilicata la lista di attesa per la prima visita è di due-tre mesi, mentre per l’inizio delle cure è di cinque mesi. In Abruzzo bisogna aspettare rispettivamente due e sette mesi, mentre in Campania quattro e 12 mesi.