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Se fino a qualche settimana fa in Italia la fecondazione eterologa era vietata, ora le cose sono cambiate. La Consulta, infatti, ha stabilito che il divieto a questa pratica non era costituzionale. In seguito a questa decisione, però, sono sorte tante domande. Per questo, secondo la Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo), è necessario realizzare al più presto delle linee guida mirate.
Interessa in Italia oltre 4.000 coppie
Sono passati poco meno di due mesi da quando la Corte Costituzionale ha stabilito che il divieto di fecondazione eterologa è incostituzionale. La consulta, in pratica, ha dichiarato l’illegittimità della norma (articoli 4, comma 3, 9, commi 1 e 3 e 12, comma 1) che vieta il ricorso a un donatore esterno di ovuli o spermatozoi nei casi di infertilità assoluta. Da allora, oltre 4 mila coppie hanno chiesto delucidazioni sull’iter da seguire per accedere a questa procedura. A oggi, però, non sono state ancora stabilite indicazioni certe. Per questo, gli esperti chiedono al ministero della Salute di stendere il prima possibile delle linee guida in proposito.
Mancano norme precise
Al momento sono ancora tantissime le domande senza risposta. “Negli altri Stati europei dove l’eterologa è già permessa ci sono grandi differenze di regolamento. In alcune nazioni, per esempio, il donatore deve rimanere anonimo. In altre invece è proprio lo Stato che informa un individuo, nato in provetta, sull’identità del suo padre naturale. Esiste inoltre il problema dalla donazione di gameti. Dovrà essere gratuita? Se sì, solo nei centri pubblici o anche in quelli privati? Le nuove Linee Guida dovranno risolvere tutti questi aspetti” ha spiegato Paolo Scollo presidente della Sigo.
Serve l’unione di varie società scientifiche
Moltissime Società scientifiche si sono offerte per contribuire alla creazione delle linee guida. Fra queste anche la Sigo, che ha già istituito un tavolo tecnico che si occupa della preservazione della fertilità dei pazienti oncologici.