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Aumenta il ricorso alla fecondazione eterologa, ma non mancano i problemi, dai costi alle difficoltà burocratiche, che spesso scoraggiano le coppie di aspiranti genitori. Dall’Ospedale San Filippo Neri di Roma parlano di una situazione nazionale ancora a macchia di leopardo, con meno di 10 centri pubblici che permettono l’accesso e fra questi solo la Asl Roma 1 in tutto il centro-sud della penisola.
+ 20%
Secondo il ministero della Salute, l’aumento delle procedure è stato di circa il 20% sia per i cicli sia per i nuovi nati grazie alla fecondazione eterologa, che prevede l’uso di gameti, ovuli e spermatozoi, esterni alla coppia. Non molto accessibile il ticket, circa 4mila euro, mentre nei centri privati è più del doppio. Nonostante questo e altre problematiche, la richiesta continua a crescere.
Intrappolata nella burocrazia
Un altro ostacolo è la burocrazia legata alle autorizzazioni: è risultato fin da subito difficile identificare la procedura che permettesse l’approvvigionamento dei gameti provenienti da banche estere, a causa della mancanza di donatori in Italia, senza contare i problemi di tariffazione, in assenza di indicazioni ministeriali.
La posizione dei ginecologi
Intanto la Sigo (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) ha espresso parere positivo nei confronti dell’iniziativa che si propone di fare chiarezza su alcuni punti della Legge 40/2004, alla luce dei numerosi interventi della Magistratura e della Corte Costituzionale. I ginecologi hanno sottolineato nuovamente la necessità di inserire nei Livelli Essenziali di Assistenza le procedure di test genetico preimpianto.
Ribadita anche la necessità di intraprendere ogni iniziativa per incentivare le donazioni dei gameti sul territorio nazionale, necessarie per assicurare l’accesso alla fecondazione eterologa a tutti i richiedenti. La donazione va incentivata e valorizzata con ogni mezzo, così come bisogna prevedere delle forme di rimborso per le spese e l’impegno messo in campo dai donatori.