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I bambini del futuro potrebbero avere non due, ma ben tre genitori biologici. Merito, o colpa, di una nuova tecnica di fecondazione assistita che sta facendo molto discutere. La Food and Drug Administration (Fda), l’ente americano che si occupa della registrazione e della regolamentazione dell’uso dei farmaci, ne sta valutando pro e contro.
In che cosa consiste
Il nuovo metodo di fecondazione assistita, al momento ancora sperimentale, permette di creare embrioni a partire dal materiale genetico di tre persone. In pratica, prevede che in un embrione già impiantato si introduca il DNA di un terzo embrione femmina. L’obiettivo è sostituire i mitocondri (le centraline energetiche delle cellule) che presentano dei difetti con quelli sani, della terza donatrice. Due team di esperti, dell’università di Newcastle e dell’università dell’Oregon, hanno condotto alcuni studi dimostrando la fattibilità del metodo sugli animali.
Tante implicazioni
Le implicazioni di natura etica e pratica sono molte. Tuttavia, sembra esserci anche un enorme vantaggio: la possibilità di ridurre il rischio di malattie ereditarie. Sono già stati condotti alcuni test, secondo cui dagli embrioni di tre genitori potrebbe nascere una prole sana. Tuttavia, prima di avere la certezza che i bambini nati in questo modo non presentino certe malattie potrebbero passare decenni.
La situazione attuale
La Fda ha istituito un gruppo di ricerca per esaminare nel dettaglio pro e contro di questa tecnica di fecondazione assistita. Al momento l’unica a essersi pronunciata è stata la Gran Bretagna che, dopo una consultazione pubblica, ha dato parere favorevole.