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Sono oltre 10.000 le coppie italiane che ogni anno si recano all’estero per effettuare un trattamento di fecondazione assistita, soprattutto eterologa, anche perché in Italia manca ancora un sistema di rimborso dei donatori di gameti. Lo ricordano gli esperti in procreazione medicalmente assistita nel sottolineare i loro dubbi sulla qualità dei gameti crioconservati, quando sottoposti a lunghi viaggi se importati dall’estero, uniti alla considerazione che è più semplice ed efficace operare con ovociti freschi rispetto a quelli crioconservati. Inoltre, esistono spesso perplessità da parte delle coppie che ricevono gameti di nazionalità diversa da quella di origine.
Troppi di provenienza straniera
Il tavolo dei tecnici, dunque, intende sollecitare la Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, a voler dare indicazioni precise sulla quantificazione del rimborso ai donatori di gameti italiani, al fine di ridimensionare il 95% dei casi di ricorso a banche estere per l’acquisizione di gameti. Nel 2016 – hanno ricordato gli esperti – in Italia sono stati effettuati 2.993 cicli di fecondazione eterologa, quando il fabbisogno corrisponde a circa 6/7.000 cicli l’anno. Sempre nel 2016 sono state acquisite dall’estero 2.727 paillettes contenenti ovociti (oltre 16.000 ovociti importati) e 714 contenenti spermatozoi prevalentemente da Spagna e Repubblica Ceca.
In Italia le donazioni scarseggiano
La maggior parte dei trattamenti è rappresentata da fecondazione eterologa con utilizzo di ovociti a fresco, mentre in Italia nel 2016 sono state effettuate solo 143 donazioni a fresco di cui meno del 10% in strutture pubbliche. In più, un numero non quantificabile di embrioni viene ottenuto all’estero con seme inviato dall’Italia, dove permane la grande difficoltà nel reperire gameti rispetto alla grande offerta estera.