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Dopo mesi di attesa, sono state finalmente approvate le prime linee guida sulla fecondazione eterologa in Italia. Ci sono quindi le indicazioni pratiche per la donazione di gameti (spermatozoi) o ovociti da parte di un soggetto esterno alla coppia di aspiranti genitori.
Una nuova opportunità in Italia
La sentenza della Corte costituzionale del 9 aprile 2014 ha reso possibile questa particolare procedura che la legge 40 aveva vietato fino a quel momento nel nostro Paese. Il ministero della Salute ho subito istituito un Gruppo di lavoro con i principali esperti in materia, per giungere alla predisposizione di linee guida nazionali e di un decreto legge che rendesse possibile l’accesso in tempi rapidi alla fecondazione eterologa in Italia da parte delle coppie, già numerosissime, che ne fanno richiesta.
Gratuita per le coppie fino a 43 anni
Diverse le novità. Prima: la fecondazione eterologa in Italia sarà inserita nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), quindi sarà gratuita o con ticket, ma solo per le donne riceventi di età inferiore a 43 anni. Ci sono poi altri “paletti”: per ogni coppia, è previsto un massimo di 3 cicli di trattamento a carico del Sistema sanitario nazionale. I futuri genitori devono essere entrambi maggiorenni e viventi, sposati o conviventi in modo stabile. È necessario attestare l’infertilità o sterilità con un certificato medico.
Regole per i donatori
Per quanto riguarda i donatori, possono offrirsi le donne tra i 20 e i 35 anni di età e gli uomini tra i 18 e i 40. Previsto un limite massimo di 10 nati per ciascun donatore, che potrà, se vorrà, dare più figli alla stessa coppia.
Simile alla coppia
Il neonato avrà lo stesso fenotipo (colore di pelle, capelli e gruppo sanguigno) della coppia ricevente. Una volta compiuti i 25 anni, potrà conoscere l’identità del genitore biologico: a quest’ultimo viene riconosciuta la facoltà di scegliere se assecondare o no questa richiesta. Se vorrà restare anonimo, verrà comunque garantita al figlio la possibilità di accedere alle informazioni genetiche fondamentali per la sua salute.
Serve una legge
«Ora che sono state approvate le prime linee guida sulla fecondazione eterologa, restano ulteriori passi da fare. È necessaria una legge nazionale che assicuri la sicurezza della procedura, consenta l’istituzione di un registro dei donatori e l’inserimento dell’eterologa nei Lea e nei ticket», ha detto il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin.
Toscana al primo posto
Chi ha i requisiti richiesti, potrà rivolgersi alle strutture pubbliche della propria Regione o di un’altra, pagando il ticket (all’incirca 500-600 euro per i residenti). La Toscana è stata la prima regione ad attivarsi, non appena sono state approvate le prime linee guida sulla fecondazione eterologa. Le altre si adegueranno a breve.