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I bambini concepiti grazie alla fecondazione assistita sono ugualmente sani come quelli concepiti spontaneamente? E poi tra embrioni freschi o congelati cosa è meglio? I risultati sono tranquillizzanti: la salute fisica e mentale e le dimensioni del neonato sono uguali sia se concepiti naturalmente sia con embrioni, freschi o congelati.
Nessun legame con parti prematuri
Non ci sono differenze se si utilizzano nella fecondazione assistita embrioni freschi o congelati e non esiste una correlazione con questa pratica e la nascita di bimbi prematuri. A confermarlo è una ricerca del centro di riproduzione assistita Ivi, pubblicato sulla rivista “Fertility and sterility”. Mettendo a confronto i bambini nati da fecondazione assistita, non è stata notata alcuna differenza né di durata della gravidanza, né di peso o lunghezza del neonato.
Incide di più l’età materna
Le nascite premature, piuttosto, possono essere causate dell’età delle madri. Chi ricorre alla procreazione assistita lo fa dopo numerosi tentativi e in età avanzata e, ovviamente, avere un bambino a 40 anni generalmente è più difficile rispetto ad averlo intorno ai 30 o anche prima. I trattamenti di riproduzione assistita, di per sé, non hanno ripercussioni sulla salute né sulla nascita di bimbi prematuri.
Analizzate quasi 400 donne
Sono state esaminate 360 donne rimaste incinte grazie a un trattamento di di ovodonazione. “Questo studio rappresenta un risultato importante nel campo della medicina riproduttiva, dal momento che grazie a esso siamo riusciti a sapere che in realtà la provenienza degli embrioni, siano essi freschi o congelati, non influisce in alcun modo sulla salute, sulla durata della gestazione né sul peso alla nascita dei bambini”, commenta la dottoressa Daniela Galliano, direttrice del Centro Ivi di Roma e autrice principale dello studio.